10 dicembre 2011

Il pregio nell'arte

Da ragazzo cercavo di capire le arti e desideravo uno strumento che mi permettesse di catalogare le opere e scegliere tra quelle degne di lode e quelle trascurabili. Se mi piaceva un romanzo o una poesia, poi, mi sarebbe piaciuto essere in grado di spiegare, a me stesso e a chi me lo avesse chiesto, perché.

Nel mio vagare incerto, ebbi il primo barlume di metodo che avesse un che di concreto e oggettivo in una delle mie professoresse di italiano che un giorno in classe disse: "un'opera di pregio è quella in grado di rispondere a tutti i perché che solleva."

Finalmente avevo una pista. Se per esempio un poeta aveva scelto quella forma e persino quella singola parola in base a un preciso perché, la poesia aveva valore. Ci voleva cioè uno specifico motivo per ogni singola scelta artistica.

Ora riconosco invece che quella parvenza di oggettività nel giudicare il pregio artistico di un'opera di qualsiasi forma espressiva fosse puramente illusoria. Già allora mi rendevo conto, pur non sapendo articolare il dubbio, che non fosse facile recuperare tutti i perché, cioè farsi le domande giuste di fronte a una forma d'arte. E come rispondere poi a quelle domande?

Come minimo bisogna essere dei "lettori competenti" (così direbbe Jonathan Culler) e sapere un mucchio di cose sull'opera, sul suo autore, sul contesto storico e via dicendo. E chi poteva dirsi in grado di avere tutti gli strumenti per potere rispondere in modo appropriato alle domande? E come sapere se le risposte fossero corrette? Nell'irreperibilità dell'autore, bisognava chiedere alla "comunità interpretativa" (così la chiamerebbe Stanley Fish)? E come fidarsi della comunità?

Ma in fin dei conti chi, se non il lettore è l'incaricato di rivolgere queste domande al testo. Chi se non il lettore, di nuovo, ha il compito di rispondere a queste domande. Il testo, è chiaro, è solo uno strumento nelle sue mani, che funzione al più come uno specchio che riflette considerazioni che nel lettore stesso nascono e muoiono. Il pregio, non sta nel testo, ma nel lettore che lì lo pone e lo scova.

La mia professoressa di italiano, anzichè dire che un'opera di pregio è quella in grado di rispondere a tutti i perché che solleva, avrebbe dovuto dire che l'opera che potrete ritenere di pregio è quella che vi susciterà il maggior numero di domande e riflessioni e che sarete in grado di utilizzare per definire meglio la vostra compresione dell'arte, la sua stessa forma espressiva, oppure voi stessi o qualsiasi altra cosa vi permetterà di mettere a fuoco.

08 dicembre 2011

Appunti su La donna che canta

Detto in due parole, La donna che canta è la storia di una coppia di fratelli gemelli che cercano il resto della loro famiglia. La ricomposizione impossibile di un nucleo famigliare che diventa ricomposizione di tutta l'umanità.

E' un film drammatico e tragico fino all'estremo del verosimile. Più che a un film realista è avvicinabile a una tragedia greca classica, trasportata però all'epoca della guerra in Libano. Parla di una sofferenza privata che, come quella della guerra, tanto più grande perché imposta dall'alto, dal destino, così come la guerra è imposta per ragioni che spesso i popoli non condividono.

Se il titolo italiano mette in risalto l’estremo coraggio di questa donna, che fa pensare a un altro capolavoro teatrale, Madre coraggio e i suoi figli, appunto, di Brecht, anche per via della tematica della guerra presente nel dramma di Brecht, il titolo originale è Incendies (fuochi) e richiama le esplosioni della guerra. E anche le esplosioni di violenza che non vengono da arma da fuoco.

E' il quarto film di Denis Villeneuve, regista canadese, che ha collezionato una serie importante di premi anche con i film precedenti, con i quali ha rappresentato più volte il Canada per la corsa agli Oscar. Ma solo con questo ha ricevuto effettivamente la candidatura alla statuetta come miglior film straniero. E come miglior film straniero, La donna che canta è stato nominato aianche ai David di Donatello.

Il film ha origina da una pièce teatrale di Waidi Mouawad, drammaturgo libanese che vive in Canada. Lavoro che ha debuttato nel 2003 ed è stato rappresentato anche in Italia.

E' un film che trascina verso i suoi gorghi infernali e richiede di prendere un po' d'aria mano a mano che si fanno le dolorose scoperte assieme ai gemelli che compiono l'indagine alla ricerca del loro passato. La narrazione riesce a rivelare piano piano tutti i suoi dettagli che saranno sempre più terribili. Cosa che avvicina questa tragedia a un film noir. E' un film forte che richiede di essere seguito nel suo gioco di eccessi melodrammatici.

Il perdono.


Mi pare che il tema principale della pellicola sia quello del perdono. I protagonisti sono coinvolti dalla madre in una caccia al tesoro per scoprire un verità troppo difficile e dolorosa. Il tesoro è quindi la verità, il tesoro è la propria storia, la propria origine. Il tesoro è la conoscenza.

Questa si genera attraverso una catarsi, cioè una purificazione, prodotta da un dolore talmente grande che rischia però di schiacciare e se ne esce talmente puliti, talmente depurati che si è così sottili, così essenziali, svuotati da ogni sovrastruttura che permette di perdonare qualsiasi atrocità.

La protagonista ha subito così tanta cattiveria e violenza che non ha nulla da perdere, non ha praticamente più sentimento, ma solo vendetta, eppure quella vendetta non si può compiere, non si può sviluppare ma dove muore nasce invece il perdono perché sarebbe una vendetta contro chi ha desiderato più di ogni altra cosa al mondo. E in più è una vendetta talmente forte che si esaurisce da sola. E' come un fuoco che ha bruciato tutto e quindi si autoestingue perché non ha più nulla da bruciare.

I figli arrivano così a capire che la madre è sempre sembrata fredda e avara di sentimento nei loro confronti, perché sopraffatta da un numero di emozioni indescrivibili per la loro forza e perché erano per lei il frutto delle violenze subite. Nel finale, all'ostilità che i suoi fratelli avevano nei confronti del suo amore e del suo amato (odio etnico che scatena la serie indicibile di tragedie), si contrappone il perdono della nuova generazione che se riesce, può riconciliarsi con se stessa e con la generazione precedente attraverso la figura mostruosa di questo padre-fratello torturatore. L'agnizione, riconoscimento della reale identità di un personaggio, risolve il dramma come nella teatro classico e comporta un grosso colpo di scena.


La guerra.

 

Il tutto avviene attraverso un viaggio nello spazio e nel tempo, in cui la figlia ripercorre le tappe della storia della madre, dall’allontanamento dal suo villaggio per la scandalosa gravidanza avuta da un Palestinese (lei è cristiana, quindi di un’altra religione) e attraverso numerose dolorose tappe, fino alla prigione dove è stata rinchiusa e torturata.

All'andamento binario dei due fratelli che affrontano in maniera così diversa le ultime volontà della madre, si affianca il contrasto tra il Canada, gelido e fermo, e il Medio Oriente, scaldato dal sole ma anche infuocato dalla guerra. Ma la scelta del Medio Oriente è solamente simbolica o quasi. Il film è stato girato in Giordania ed è ambientato durante la guerra di Libano, ma non ci sono, e volutamente, riferimenti precisi a singoli episodi o battaglie. Stupri, torture sono una caratteristica di ogni guerra, ma la situazione mediorientale è ciò che ci può essere di più tragico e costantemente instabile nell'immaginario odierno.

Forse è per questo che il film non lascia spazio ai giudizi su vittime e carnefici, perché troppo grande è la colpa e troppo grande è l'amore di questa donna. Di nuovo, la guerra potrebbe essere stato solo un pretesto per raccontare la violenza più atroce, un pretesto per raccontare una vicenda al limite, che in realtà potrebbe succedere anche tra le mura domestiche. Purtroppo ci raggiungono notizie sgradevoli di violenze sessuali commesse da genitori nei riguardi dei propri figli. Per molti popoli anche in questo momento sono comunque violenze che vengono perpetuate, dovunque ci siano scontri etnici, religiosi, eccetera. 

Molteplicità.
 
La donna che canta tocca numerosi e spinosi temi: perdono, guerra, violenza, condizione della donna, famiglia, amore, questione mediorientale. E può essere letto in molte maniere different, come parabola del perdono, come dramma bellico, come melodramma, ma anche come paradosso matematico espresso matematicamente dalla domanda: “può 1 più 1 fare 1?” Ovvero come equazione dove le incognite che dapprima paiono essere due, si moltiplicano via via sono tre, padre, figlio e madre e loro stessi. Esiste poi il paradosso della vita come eterna ricerca di una terra promessa, ricerca di pace quasi impossibile da trovare.

Ma il film è anche una tragedia classica. L'irreparabilità, il destino senza via di fuga, mi fanno pensare anche alle tragedie teatrali, greche e anche moderne, nelle quali non c'è scampo a un destino scritto, anche se questo destino si conosce già. E poi il topos dell'agnizione finale, lo stratagemma del riconoscimento che scioglie una situazione divenuta irrimediabilmente complicata.


E’ in questo e nella massiccia presenza di colpi di scena che il film tradisce l’origina teatrale, anche se il racconto si sviluppa invece con molta sapienza attraverso un intreccio efficace di presente e passato, attraverso questi lunghi flashback che raccontano delle violenze subite dalla madre.




02 dicembre 2011

La Talpa (Tinker, Taylor, Soldier, Spy)


E’ stato presentato a Venezia e arriverà nelle sale a Gennaio l’adattamento cinematografico di un grande best seller di spionaggio di John Le Carré, che prima di diventare scrittore ha lavorato nei servizi di intelligence.

La talpa è il primo di una serie di romanzi che hanno al centro la figura George Smiley, agente segreto britannico ai tempi della guerra fredda contro l’Unione Sovietica.

L’intricata vicenda, che richiede una serie di flashback per essere dipanata, è quella di un agente segreto in pensione, che viene richiamato per scoprire chi sia la talpa del KGB tra i più alti livelli dei servizi segreti.


Il testo di Le Carré era già stato fonte per una serie TV di notevole successo e il film ha dovuto attendere un attore che potesse reggere il paragone a distanza con Alec Guinness, carismatico interprete del primo George Smiley.

TOMAS ALFREDSON (regista)
È molto complicato creare un protagonista che viene descritto come qualcuno che si dimentica in fretta. Dopo 8-10 mesi stavamo per abbandonare le ricerche, quando Tim Bevan, il produttore, ha detto: “perché non chiediamo a Gary?”

GARY OLDMAN (attore)
Sono stati carini a chiedermi di rimanere su una sedia. E’ un ruolo di quelli in cui stai seduto e ascolti e speri di comunicare quello che pensi e che provi, perché fai molto poco.

Tutto nel film è estremamente curato: la regia, la scenografia, i costumi. Ed è grazie a questo che Gary Oldman, solitamente chiamato a ricoprire ruoli fisici e personaggi chiassosi, riesce a calarsi nella fredda tranquillità del protagonista.

GARY OLDMAN
Ho voluto solo dargli qualche chilo e qualche anno in più, così ho mangiato tutto quello che potevo e ho decolorato i capelli.


La Talpa, più che sulle imprese degli agenti, si concentra sulle persone e sui loro sentimenti, sulla lealtà, sul tradimento e sul sacrificio.


PETER STRAUGHAN (sceneggiatore)
Parla di persone che rimangono fedeli anche quando sono state tradite, parla di persone con il cuore a pezzi. E’ un film basato sulle emozioni: ha un tono freddo ma la storia parla di emozioni. Abbiamo cercato di concentrarci sui costi umani di questa guerra.

Nel film si respira l’aria di un’intelligence in declino, come se le spie abbiano perso l’interesse verso una guerra logorante. L’ambientazione in una Londra grigia sottolinea il realismo del film, che non ha nulla a che fare con le acrobazie e il sensazionalismo à la James Bond.

COLIN FIRTH (attore)
Non c’è James Bond. Non è patinato e gli agenti non giocano con i gadget, ma con tè e biscotti e qualche volta del brandy e si parla un linguaggio cifrato, ma con aria naturale.

Colin Firth, altro grande nome del film, che ha affermato di non aver avuto altre offerte interessanti dopo quella per la parte di protagonista ne Il discorso del re che gli ha fruttato l’Oscar, aveva già interpretato un thriller ambientato negli anni ’70: A Single Man.

COLIN FIRTH
Sono film molto diversi, ma entrambi hanno avuto il coraggio di prendere romanzi ricchi e pieni di dialoghi e reinterpretare il loro stile con molti silenzi. Entrambi poi raccontano un passato al quale ora si guarda con più poesia.

01 dicembre 2011

La Terza Guerra Mondiale

Gli Stati Uniti starebbero preparando la Terza Guerra Mondiale contro Iran e, di conseguenza Russia e Cina, dal 2004.
Ancora una volta, il motivo della guerra saranno i giacimenti di combustibili.
Noi, come servi degli Stati Uniti, saremo dalla loro parte e pagheremo il nostro prezzo. 

29 novembre 2011

Il 15% del 99% - Occupy Wall Street

Date uno sguardo a questo interessante video sul Movimento Occupy Wall Street. E' una feroce satira contro il movimento, che dice in soldoni che le decisioni del movimento sono prese da una elite di... "radical chic" diremmo noi e quindi che esiste una casta anche nel gruppo che dovrebbe combattere  la casta.
Il tema è affrontato da un punto di vista provocatorio con diversi colpi bassi, ma rimane comunque uno spunto interessante.



27 novembre 2011

Nascita di una dittatura mondiale

Non so se il 100% di questo video sia vero, ma di sicuro sono vere le parole su Mario Monti e le parole di Mario Monti. Le sue stesse dichiarazioni la dicono lunga sul progetto globale di cui si è fatto servitore.

La cosa per cui dobbiamo lottare è la trasparenza. Tutto deve essere limpido come l'aria e dovremo avere la forza di non cedere nessun centimetro della nostra libertà in cambio di benessere economico o di sicurezza.

23 novembre 2011

La rivolta dei camerieri


Questo weekend esce nelle sale Tower Heist. Se pianificate vendetta nei confronti di affaristi che vi hanno fregato TFR o fondi pensione potrebbe essere fonte di ispirazione. Così pure potrebbe servire nei prossimi mesi nei confronti di banchieri e bancari di altro livello.

Sinossi.
Uno degli inquilini di un rispettabile grattacielo è agli arresti domiciliari per frode.

E tra i derubati ci sono anche gli inservienti del grattacielo che hanno affidato a lui i propri risparmi.

Ora vogliono riappropriarsi di ciò che è loro, cercando di rubare 20 milioni di dollari dal sorvegliatissimo superattico del malfattore.

Tower Heist è un action comedy basato sull’idea di una vendetta sociale, in cui camerieri e donne delle polizie si vendicano di un personaggio molto ricco e corrotto. Per farlo assoldano un piccolo delinquente, interpretato dall’icona comica Eddie Murphy

BRETT RATNER (regista): "Lavorare con Eddie Murphy è un sogno, perché studio i suoi film da quando ho 12 anni. Lui ha reinventato il genere dell’action comedy."

EDDIE MURPHY (attore): "Era da un bel po’ che non interpretavo un personaggio così e mi sono divertito. Negli ultimi dieci anni ho fatto solo film per famiglie."

La storia e l’imperizia dei lavoratori scassinatori ricorda un po’ quella dei Soliti ignoti capitanati da Totò, specie per quanto riguarda una scena che avviene sul soffitto di una palazzo e un'altra che concerne 

BRETT RATNER (regista): "E’ una citazione inconsapevole. Ricordo di aver visto quell film, ma è successo 15 anni fa. Quando guardi molti film qualcosa ti rimane e qualcos’altro si deposita nel tuo subconscio."

Nel notevole cast anche Casey Affleck, Matthew Broderick e il capo rivolta Ben Stiller.

BEN STILLER (attore): "Il mio personaggio ama il suo lavoro e si sente tradito. E in più si sente colpevole per aver perso i soldi delle persone che lavorano per lui."

20 novembre 2011

Robert Altman regista corale

La prima parola che mi viene in mente se penso a Robert Altman è coralità. Molti dei suoi film più famosi, da Nashville a M.A.S.H. a America oggi ai più recenti Gosford Park o The Company non hanno un unico protagonista definito, ma raccontano vicende intrecciate a tal punto che risulta difficile riassumere in modo efficace quello che i film raccontano.
Oggi ricorrono i 5 anni dalla scomparsa dell'eclettico regista statunitense e per lavoro ho visto alcune interviste che ha rilasciato alla TV per cui lavoro.
Altman faceva fatica a rispondere alle domande in modo esaustivo, sembrava spesso scocciato: il suo lavoro, si intuisce fra le righe, è quello di fare film, radiodrammi, programmi televisivi, inscenare pièces teatrali (tutte attività che considera della stessa dignità e nei quali nega vi sia differenza di approccio), e non di parlarne. Quello spetta agli altri, agli spettatori.

C'è comunque una frase che più di tutte mi ha colpito e che testimonia ancora una volta di quanto fosse importante per lui il concetto di coralità. Cercando di descrivere il suo lavoro, Altman dice che i suoi film non li ha fatti da solo: il suo nome figura come il brand del film, ma ci sono moltissimi altri artisti che partecipano della sua riuscita, come il direttore della fotografia, il sound designer, il direttore artistico e soprattutto gli attori. Questo non vuol dire - aggiunge Altman - sminuire il suo lavoro. Il regista ha una parte molto importante in tutto ciò. Altman è comsapevole che senza regista un film non si potrebbe fare, perché tutti gli artisti coinvolti lavorano per lui. Il regista è come un monarca benevolo che accende la luce sul loro lavoro e quelli lo eseguono perché credono che vi sia un controllo.
Ne emerge la figura di regista come di un demiurgo che con la sua protezione permette a tutti gli artisti in gioco di lsciarsi andare e comporre l'opera sotto e grazie al suo sguardo vigile.

19 novembre 2011

Buon compleanno Meg

Il 19 novembre 1961 nasceva Margaret Mary Emily Anne Hyra, meglio conosciuta come Meg Ryan.

Oggi compie dunque i suoi primi 50 anni e noi la ricordiamo con la memorabile scena tratta dalla commedia brillante al fianco di Billy Crystal, che ha risposto alla domanda: "può esistere l’amicizia tra uomo e donna?" HARRY TI PRESENTO SALLY.
Memorabile è la sua simulazione in pubblico di un orgasmo nel film che l'ha trasformata in una star.


17 novembre 2011

Furore

"...wherever there's a fight, so hungry people can eat, I'll be there. Wherever there's a cop beatin' up a guy, I'll be there. I'll be in the way guys yell when they're mad. I'll be in the way kids laugh when they're hungry and they know supper's ready, and when the people are eatin' the stuff they raise and livin' in the houses they build, I'll be there, too."

Nel giorno delle proteste degli studenti di tutto il mondo, un augurio alle nuove generazioni tratto da Furore (The Grapes of Wrath di John Ford 1940).


16 novembre 2011

Breaking Dawn (1 e 2)

Visto che oramai ne ho scritto ben due servizi per Sky Cinema, per riempire lo spazio del post odierno (in concomitanza con l'uscita nelle sale) vi presento la puntata di Sky Cinenews con lo speciale Breaking Dawn che ho realizzato (è il terzo della playlist) e trascrivo qui sotto il testo del secondo servizio.


DALLA PARTE DEL VAMPIRO

La lotta tra vampiri e licantropi è arrivata al suo quarto stadio e Breaking Dawn – parte 1 è per molti degli attori della saga il migliore dei film finora realizzati.

JULIA JONES
Probabilmente questo è il mio preferito

TAYLOR LAUTNER
Non mento se dico che questo è di gran lunga il mio preferito.

Con Breaking Dawn, la saga che ha rinnovato l’immagine quasi bicentenaria del vampiro (il primo romanzo risale al 1918)…

JACKSON RATHBONE
La scrittrice Stephenie Meyer ha reinventato il mondo dei vampiri esplorando i vari aspetti della mitologia.

sfrutta ancora il misterioso potere di questi esseri orrorifici costretti a nutrirsi del sangue degli uomini, mettendo in scena il desiderio di diventare uno di loro di Bella, e il suo sacrificio per avere un figlio dal vampiro che ama.

ASHLEY GREENE
Bella vuole tenere il bambino e noi vogliamo salvarle la vita e fare in modo che lei e Edward abbiano un bambino, ma il gruppo dei lupi lo vede come un’enorme minaccia, perché sarà mezzo uomo e mezzo vampiro e non si sa che farà.

Questa volta si fa sul serio e il film è un vero horror con sangue, sesso e meno romanticismo.

Twilight è il più grande fenomeno planetario incentrato sui vampiri, tanto da costringere gli attori a qualche studio in più.

JULIA JONES
Per interpretare un personaggio che così tante persone conoscono, è stato essenziale poter leggere il materiale d’origine.

PETER FACINELLI
Sono personaggi difficili da interpretare. Sono sempre fermi e stare fermo davanti alla cinepresa è una delle cose più difficili, perché quando si recita si cerca di apparire naturali attraverso la gestualità. E in questa freddezza bisogna trovare il modo per mostrare che c’è qualcosa che brucia dentro.

15 novembre 2011

Il ricatto del debito

Il neoliberismo è un crimine contro l'umanità. Lo si dice chiaro e tondo in questo documentario, Debtocracy, che non vorrei mai smettere di guardare in un momento come questo.
Il nostro destino pare segnato ormai da alcuni anni: svenderanno il nostro Paese e lo faranno al prezzo più basso possibile e ridurci in una specie di nuova schiavitù.
Eppure ci sono dei modi per risorgere, come è riuscita a fare l'Argentina, o per opporsi, come è riuscito a fare l'Ecuador. Il debito che chiedono di pagare ai cittadini è stato in larga parte contratto dalle classi dirigenti di questi Paesi, così come è successo in Grecia e da noi in Italia.
Per questo il debito può essere dichiarato illegale e per questo noi non dovremmo pagarlo.


14 novembre 2011

La presa del potere

E allora porte spalancate per il neosenatoreavita (ne sentivate il bisogno, vero?) Mario Monti, per un governo che sembra una pizza.
Per buon auspicio dedichiamo una canzone ai futuri comandanti.


13 novembre 2011

12.11.2011 Berlusconi si dimette

Si festeggia in maniera spiritosa a Roma, davanta al Quirinale con adirittura l'orchestra sinfonica che esegue l'Alleluja.
Assomiglia molto alle grandi feste popolari per le cadute dei dittatori che abbiamo visto in Paesi che ci sembravano culturalmente così distanti da noi. Ma forse questa distanza si è ridotta.
I tempi duri non sono certo finiti e forse stanno solo per iniziare, ma per oggi vogliamo goderci la festa. Facciamo un brindisi anche se invece dello spumante useremo lacrime e sangue.
Buona fine. Buon principio.


24 ottobre 2011

Guida al cinema di un pervertito

Ho appena finito di guardare The pervert's guide to cinema. Una lettura di 100 anni di cinema secondo l'ottica della psicoanalisi, segnatamente freudiana.

Una sorta di lezione magistrale di due ore e mezzo di uno studioso, che ha più dell'energico boscaiolo che del professore.


Grande pregio del film sta nel potere comunicativo e nella presenza "scenica" di questo insolito critico cinematografico. La "lezione" è tenuta in un inglese imperfetto e dal forte accento slavo e con una esse blesa molto pronunciata. Se a ciò si aggiunge un faccione coronato da una grande barba e due occhietti ravvicinati e leggermente strabici che guardano in macchia o leggermente a sinistra rispetto al punto di vista dello spettatore (legge un copione o semplicemente cerca concentrazione?) si può evincere la straordinaria simpatia di un personaggio che mette passione nel suo racconto e veste i panni, per brevi inquadrature, dei protagonisti dei film che analizza. Zizek parla infatti da luoghi in cui è stata ricostruita piuttosto fedelmente lo scenario cinematografico.

Il critico, che nella realtà è l'importante filosofo e psicanalista
Slavoj Zizek, si esprime chiaramente in una lingua che non è la sua lingua madre e questo sembra costituire un ostacolo alla sua dissertazione che richiede ancora una maggiore forza espositiva e un maggior impeto. Si crea un discorrere cadenzato, quasi come se a ogni parola egli dovesse, contro la sua volontà, sostare per una frazione di secondo e cercare la parola giusta. Questo rende più potente e più appassionata la sua comunicazione.

Il film costituisce un ottimo esercizio e un ottimo ripasso per gli appassionati di storia del cinema, ma offre a tutti spunti di riflessione sulla natura del nostro interesse verso questa arte e sulla natura stessa del cinema come illustrazione del nostro desiderio.


Alcuni esempi. Secondo Zizek, lo spettatore va al cinema per vedere la vita come da una fessura, in una parete dietro alla quale si è nascosto. ll riferimento corre alla notoria teoria dell'arte cinematografica come
atitvità voyeuristica per eccellenza. Ma questo è quello che succede abitualmente: forse guardiamo sempre la vita dalla fessura, da quel piccolo buco, che è la nostra pupilla. Lo schermo cinematografico, inoltre, funziona come un gabinetto guasto o otturato, che, invece di inghiottire gli escrementi, i rifiuti del nostro organismo e mandarli in un mondo sotterraneo, li riporta alla nostra vista e fa emergere, per così dire, il "rimosso".

A nulla serve sapere che il cinema è finzione, anzi è proprio sapere che stiamo esercitando la nostra fantasia ci permette un coinvolgimento emotivo, ci permette di essere chi siamo veramente. Se vogliamo cercare la
realtà, dobbiamo cercarla nella finzione cinematografica.

Trovo divertente, ancora prima che sorprendente, che io sia giunto a conclusioni simili nella mia tesi di dottorato, muovendo però da presupposti completamente diversi e facendomi guidare dalle teorie cognitiviste e dalla critica
reader-oriented.

09 ottobre 2011

Parsimonia e libertà

Chi ha rubato i nostri sogni? Chi ci ha ridotti in schiavitù?

Bisogna scegliere: parsimonia e libertà oppure ricchezza e schiavitù? Hanno scelto per noi e hanno scelto male. Ma forse si può ancora tornare indietro.

In questo secondo post sulla schivitù finanziaria, vi segnalo un film di animazione che spiega come nel corso della Storia la realizzazione delle bache centrali negli Stati a regime capitalista abbiano sottratto potere ai cittadini e ai Governi che questi eleggono.


08 ottobre 2011

Paesi schiavi

U. Galimberti spiega il vero volto del capitalismo, che ora sta mostrando il suo vero volto e il suo vero scopo: la resa in schiavitù di centinaia di milioni di persone e di interi Stati.

23 settembre 2011

Musica per lavatrice e ferro da stiro

Diego Stocco è un artista che lavora con il suono, capace per esempio di portare porta alla vita i rumori di una lavanderia lavasecco trasformandoli in musica.
In questo video si dimostra come.


21 settembre 2011

Il salto del tunisino

Le immagini chiaramente mostrano i tunisini, che non essendo popolo subsahariano sono dei malviventi, in un atto di delinquenza. Mentre la polizia è inerme e non fa niente.
Così descriverebbe questo video il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis.


Guardate piuttosto il bellissimo striscione finale.


05 settembre 2011

Golpe finanziario

La riduzione delle tasse nei confronti dei più ricchi ha creato un deficit maggiore e quindi un maggior debito (pubblico e privato).
La crisi finanziaria di questi anni deriva in larga parte da scelte operate dai governi, soggiogati dai grossi poteri economici e finanziari. Tali poteri dopo aver creato i nostri problemi, ora ci tengono per le palle. E le condizioni che dettano per sciogliere il ricatto sono il taglio dei servizi, del welfare, in sostanza la riduzione della nostra qualità di vita, il nostro impoverimento, e la riforma del lavoro. In questo modo i mercati finanziari avranno ancora più potere.
Questo è quello che è successo in Grecia, dopo la crisi, e che sta succedendo in Spagna e in Italia allo stesso modo.
La crisi non è casuale, ma è un vero e proprio colpo di Stato a opera dei poteri finanziari, che stanno cambiando le regole della nostra democrazia.




No ai parassiti di Stato

Diciamo NO a tutti i parassiti di Stato.


01 settembre 2011

Tocca a noi

La risposta alla crisi non può arrivare da chi la creata né da una classe politica succube dei grandi poteri finanziari. La risposta deve venire da noi, dalla gente comune, dal popolo.




30 agosto 2011

11 settembre. Aerei dalla forma di missili

E' da arroganti e sconsiderati credere ancora che sia stato un piano di Al Qaeda a generare l'attacco dell'11 settembre. Ricorrono i dieci anni dal disastro ed è ora di aprire gli occhi.

Il video mostra chiaramente che il Pentagono americano fu colpito da missili e non da aerei.


16 agosto 2011

Spartacus: Gli dei dell'arena

Anche la serie di successo Spartacus ha un prequel: Gli dei dll'arena. Quest è lo speciale che ho confezionato per Sky.






Spartacus è tornato… con una nuova entusiasmante stagione. Spartacus: Gli dei dell’arena!

La casa di Batiato e i suoi spietati combattenti prima dell’arrivo di Spartacus.

L'ascesa di Crisso. Come Enomao sia diventato Dottore.

Il rapporto tra Batiato e suo padre…

…e i suoi primi successi.

I sogni di gloria e di libertà dei gladiatori. I sogni di potere e la lussuria dei patrizi e delle loro donne.

Spin off e prequel della bella e fortunata serie Spartacus: Sangue e sabbia, Gli dei dell’arena contiene gli esplosivi temi che hanno fatto grande la prima stagione, ma in più presenta scandalosi retroscena e nuovi intriganti personaggi.

Gladiatore principe nel ludus di Batiato è Gannicus.

DUSTIN CLARE - GANNICUS
Gannicus è l’antieroe. Interpretandolo, ho voluto che fosse un personaggio molto diverso da Spartacus, anche se in fondo è molto sensibile.

LUCY LAWLESS – LUCRETIA
Nel prequel, si vede come Lucrezia si fidi e cerchi di proteggere i suoi schiavi, ma poi qualcosa rovina tutto fino alla ribellione. E la sua capacità di amare svanisce.

DUSTIN CLARE – GANNICUS
E’ una lotta per la sopravvivenza. In ogni momento, ogni personaggio può morire. I personaggi scompaiono dalla serie in modo brutale e improvviso.
DUSTIN CLARE – GANNICUS
Non si è mai sicuri se il proprio personaggio vivrà o morirà.

Gli dei dell’arena segnerà un nuovo grande successo, nel mondo e in Italia…

LUCY LAWLESS – LUCRETIA
Mi basta essere famosa in Italia.

…per diverse ragioni.

MANU BENNETT – CRISSO
Molte persone che lavorano alla serie hanno preso parte alla produzione de Il Signore degli Anelli, Le cronache di Narnia e [altri] film ricchi di effetti (speciali).

KATRINA LAW – MIRA
Lo stile da graphic novel rende accattivante la violenza di Spartacus.
KATRINA LAW – MIRA
Gli schizzi di sangue sono trattati in modo non realistico ed esaltano il pubblico, mentre le scene di sesso sono così esplicite e così realistiche da dare i brividi.

LUCY LAWLESS – LUCREZIA
Ciò attrae subito.
LUCY LAWLESS – LUCREZIA
Ma bisogna aggiungere drammaticità, intrighi, pericoli, passione ed eroismo per sostenere lo show, altrimenti gli spettatori saranno delusi con la stessa facilità.

LIAM MCINTYRE - SPARTACUS
La violenza, il sesso e tutto il resto la rendono veramente interessante, ma la storia si regge sui giochi di potere e su come cambiano i personaggi in base ai loro rapporti.

LUCY LAWLESS – LUCREZIA
E’ la serie tv più complessa e ne sarete risucchiati.

12 agosto 2011

Vimerdì - Hero Shema

"Per ricordare che l'uomo è una eterna guerra civile. Capace di fare il bene, ma soprattutto capace delle cose peggiori." Così recita la presentazione del video per la rubirca Vimerdì di questo venerdì agostano.
Hero Shema - questo il titolo del video - rimanda a gesta nobili ma anche a uno delle più atroci violenze compiute nella Storia e sfrutta la potenza che delle forme create dall'immersione di liquidi colorati in una sorta di piscina verticale.

11 agosto 2011

Extra - Adèle e l'enigma del faraone (Luc Besson)

Strani scienziati, pterodattili e magia egizia nell'ultimo film di Luc Besson. Questo è l'Extra che ho realizzato per Sky Cinema.


Cosa fanno delle mummie egizie a passeggio nella Parigi del 1911?

Sono i fantastici personaggi del film di Luc Besson Adèle e l'enigma del faraone, riportati in vita da un grande scienziato, su richiesta della stessa Adèle.

Adèle Blanc-Sec è una sorprendente ragazza convinta che nei segreti della grande medicina dell'antico Egitto stia la chiave della guarigione dell'amata soprella rimasta ferita in un grave incidente.

Nel frattempo uno pterodattilo risvegliato dallo stesso professore mette a soqquadro la città mentre improbabili personaggi gli danno la caccia.


Avventura e magia sono gli speciali ingredienti di un divertente film per famiglie, tratto da un famoso fumetto francese incentrato sulle meravigliose avventure di Adèle, una bella scrittrice e archeologa, dall'umorismo fulminante.

LOUISE BOURGOIN
E' una donna molto moderna per i suoi tempi. E' misantropa, determinata, testarda e qualche volta antipatica.
Il personaggio cinematografico, un mix tra Indiana Jones e Mary Poppins, è rimasto fedele all'originale ed è calato in un mondo spettacolare e stupefacente, che è costato un grosso lavoro di ricerca e di costruzione di scenografie.


Grande ispiratore del progetto il regista francese Luc Besson, che deve fama internazionale a film come Il quinto elemento, Leon e NIkita. Passato dall'azione all'avventura non ha perso la sua ironia e il tocco personale.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto cinque domande.

Cosa ti ha portato alla scelta di Louise Bourgoin per il ruolo di Adèle?
LOUISE è APERTA A TUTTO. è CAPACE DI PASSARE IN UN ATTIMO DA UN ESTREMO ALL'ALTRO E IMPREVEDIBILE COME IL PERSONAGGIO, MA MENO FOLLE DI ADèLE . è VERAMENTE AFFIDABILE, MENTRE ADèLE è PIù COMPLICATA.

Come avete ricreato la Parigi del 1911?
GUARDANDO LE FOTO DELLA PARIGI DI UN SECOLO FA ABBIAMO NOTATO CHE LE PERSONE AVEVANO UN ASPETTO TOTALMENTE DIVERSO. NON SO DIRE SE SIA A CAUSA DEL CIBO O DEI CORSETTI PER LE DONNE O DEI CAPPELLI, MA AVEVANO GRANDI NASI E GRANDI ORECCHIE E FACCE IMPRESSIONANTI. PERCIò ABBIAMO REALIZZATO PER TUTTI GLI ATTORI DELLE ORECCHIE O DEI NASI FINTI... ABBIAMO FATTO LORO DI TUTTO PER RICREARE IL LOOK DELL'EPOCA.

E gli attori come hanno reagito a queste scelte?
GLI ATTORI HANNO DATO TUTTO PER IL FILM. CREDO CHE CIò SIA DOVUTO AL FATTO DI ESSERE NEL 1911, CON I COSTUMI D'EPOCA E TUTTO IL RESTO, CHE SONO MANNA PER GLI ATTORI, PERCHé POSSONO INDOSSARE IL PERSONAGGIO.

Qual è stato il momento più emozionante sul set?
UNA COSA CHE MI HA MOLTO TOCCATO è STATO VEDERE JACQUES TARDI, L'AUTORE DEL FUMETTO, ENTRARE NELL'APPARTAMENTO CHE HA DISEGNATO E VEDERE LUOISE GIà NEI PANNI DI ADèLE CON IL SUO COSTUME VERDE E IL CAPPELLO CON LE PIUME. E SOPRATTUTTO VEDERE LOUISE CHE PRENDE IL LIBRO DI ADèLE E FARE UN AUTOGRAFO, COME SE ADèLE AVESSE FATTO L'AUTOGRAFO AL SUO CREATORE.

Tua moglie figura come produttore. Che esperienza è stata?
E' STATA UN'ESPERIENZA UNICA. NON AVEVO MAI AVUTO UN PRODUTTORE AL MIO FIANCO DURANTE LE RIPRESE E CIò MI HA PERMESSO DI CONCENTRARMI ANCORA DI PIù SOLAMENTE SULLA REGIA.

09 agosto 2011

London Calling

La comuità sta bollando come inutili aggressioni gli scontri che stanno avvenendo nel Regno Unito e scaturite nel quartiere Tottenham dopo l'uccisione di un ragazzo da parte della polizia.
Ma ci deve essere una ragione.
La violenza non è mai giustificabile. Nemmeno con la povertà e la rabbia. Tuttavia, in questo caso esiste un'attenuante. Questa violenza, ha il fatto di essere rivolta pressoché esclusivamente verso le cose e solo indirettamente (piscologicamente o per i danni che qualcuno dovrà ripagare) verso le persone.
Rubare nei negozi, se a rubare sono poveri frustrati e arrabbiati, ha come effetto di ridistribuire la ricchezaza.
Ho sempre coniderato il popolo inglese affetto da repressione che deve sfogare in qualche modo, allo stadio o nelle risse in discoteca. Ma non è con la forza della polizia che si possono stemperare le tensioni sociali.



08 agosto 2011

Luisenzaltro - Tickets restaurant (official video)

Con gioia, pubblico sul mio blog il videoclip veramente lo-fi del cantautore Luisenzaltro, accompagnato dalla presentazione scritta dallo stesso.
bentrovati nevromantici e ossessionati vari,
ecco il link del videoclip del primo singolo del nuovo disco autoprodotto di luisenzaltro che uscirà o entrerà a Settembre 2011
dal titolo "se sono spose feriranno"
brano e video sono in piena filosofia diy (do it yourself) ovvero lo-fi da te, e il tutto è a costo zero (per la teoria della finitudine)

un abbraccio con stima e ammira a tutti Voi
alessio


05 agosto 2011

L'eco-dentifricio fatto in casa

I dentifrici costano e soprattutto inquinano. Ecco un video in cui è sopiegato come realizzare una pasta dentifricia in casa, in modo semplice. Un dentifricio a chilometro zero.


04 agosto 2011

Di Pietro al parlamento il 3 agosto 2011

Credo che quello di Di Pietro sia l'unico modo di parlare a Berlusconi: dargli del tu e "percularlo". Anche in Parlamento.


29 luglio 2011

Vimerdì - Etnia

Per la rubrica Vimerdì, questa settimana vi presento una sorta di videoclip musicale montato con immagini disparate e ritmo frenetico dove le immagini cambiano ad ogni singolo colpo di precussione e ad ogni singola vibrazione strumentale. Il vidoe si chiama "Etnia" e l'autore è Mawashi Geri.

28 luglio 2011

Adesso basta!

Mercoledì 27 luglio, alle ore 19 circa è stato organizzato in Piazza Affari a Milano un Flash Mob, per manifestare alla politica e alla finanza che i cittadini sono stanchi di subire senza dire nulla.

Le elezioni amministrative e i referendum hanno dato buoni segnali di partecipazione e desiderio di cambiamento, ma i problemi continuano ad esserci e la protesta non è ancora andata in vacanza.

Questo è uno stralcio del comuncato dei cittadini:
Coloro che stanno al Governo e in Parlamento sono dipendenti pubblici. I loro datori di lavoro siamo noi. Dal punto di vista linguistico sarebbe interessante incominciare a smettere di chiamarli "onorevoli" o "leader", ma semplici "rappresentanti". Di fatto nulla dipende dalla classe dirigente che abbiamo. Questo è solo quello che hanno cercato di farci credere, e per certi aspetti, ci sono anche riusciti. Ora è il momento di dire: "ADESSO BASTA!" La finanziaria appena entrata in vigore è stata fatta per soffocare ulteriormente il popolo e privilegiare chi non ne avrebbe bisogno.



Durante il flash mob sono state imbucate idee e proposte concrete in una scatola. E i manifestanti indossavano pantaloni con le fodere delle tasche rivoltate. Qualcuno ha portato del filo per stendere i panni e mollette per il bucato e fogli su cui ha scritto il proprio PENSIERO PULITO: un suggerimento per una nuova tassa più equa o una protesta da inviare alla casta.

27 luglio 2011

Torna Franco Nero

Tempo di western per Tarantino, visto che oltre al suo Django, ora ci si mette anche l’icona del genere Franco Nero, che vorrebbe il regista americano in un cammeo del suo prossimo film, L’angelo, il bruto e il saggio, un vero e proprio omaggio a Sergio Leone.
Tarantino ha ovviamente accettato e con lui approderanno sul set anche Robert Rodriguez e Eli Roth. Ancora sconosciuta la data d’uscita del film.


Dalla redazione di Sky Cinema.

26 luglio 2011

Vittoria a Venezia

Sarà l'attrice Vittoria Puccini la madrina delle serate di apertura e chiusura della 68esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (dal 31 agosto al 10 settembre 2011).
Giovedì si conoscerà il programma ufficiale: le indiscrezioni dicono che saranno Terraferma di Emanuele Crialese e Quando la notte i film italiani in concorso. Le altre pellicole in gara, oltre al già annunciato The Ides of March di Clooney (in apertura),dovrebbero essere Carnage di Polanski, Faust di Sokurov, Contagion di Soderbergh, A Dangerous Method di Cronenberg e Poulet aux prunes di Marjane Satrapi.
Kate Winslet dovrebbe essere presente con ben 3 film: oltre alle pellicole di Polanski e Soderbergh, sarà protagonista del serial diretto da Todd Haynes Mildred Pierce.

Dalla redazione di Sky Cinema.

25 luglio 2011

Che mutande porti?

Si sa, troppo spesso sembra che al mondo della comunicazione (e non solo a quello), le donne interessino solo in quanto consumatrici se non peggio in quanto oggetto desiderabile. E allora ecco la loro divertente risposta.


22 luglio 2011

S8-3D

Per la puntata di Vimerdì di questa settimana vi propongo qualcosa di divertente, pionieristico e vintage insieme. Un video che illustra he filmare in 3D con il Super8 è possibile: "Relief stéréo Super 8" di Dominik Lange.

21 luglio 2011

Puzzle films: per la definizione di un corpus

Ho voglia di iniziare a pubblicare l'incipit del saggio che dovrebbe uscire in autunno in un volume dedicato ai "puzzle film". Eccolo.

Il rinnovato interesse dei critici e dei teorici per lo spettatore cinematografico, si accompagna a un’interessante tendenza di produrre film in cui il ruolo giocato dallo spettatore nel dipanare la vicendasi è fatto più ampio, la sua libertà di manovra si è accresciuta e i suoi stessi processi cognitivi sono diventati in alcuni casi fulcro e motore drammatico della narrazione. Tale tendenza sembra intensificarsi a cavallodella simbolica data del cambio di millennio, periodo in cui abbiamo constatato un’alta concentrazione dipellicole che adottano tecniche narrative e visive tipiche del cinema sperimentale con lo scopo, operlomeno l’effetto, di porre al centro del film, l’esperienza estetica e cognitiva dello spettatore e che,contrariamente a quanto si potesse aspettare, hanno avuto un discreto, e in alcuni casi notevole, successodi pubblico e hanno attratto l’attenzione di critici e spettatori comuni. Avendo voluto indicare un momento di origine di questa tendenza, abbiamo pensato che esso potesseessere rappresentato dall’uscita nelle sale di Pulp Fiction, non tanto per i caratteri di novità della pellicola, evidenti ancorché non assoluti in una prospettiva storica più ampia, quanto per il grosso impattonell’immaginario del pubblico e della critica cinematografica che il film ha avuto. Così come per altri versi il chiaro esempio di Il sesto senso e come la maggior parte dei film del corpus, nonsi tratta di un film propriamente sperimentale: la grande importanza di entrambe le pellicole risiedepiuttosto nell’aver creato un punto di riferimento per molti spettatori, una chiave per riuscire a capirefilm successivi che almeno a grandi linee a questi sembrano rifarsi. Nei commenti degli spettatori essicostituiscono spesso utili punti di riferimento, oggetti frequenti di paragoni e modelli per la comprensionedi altri film, fatto che dal nostro punto di vista li rende di notevole interesse anche per quanto concernela storia del cinema tout-court. I quattro criteri di base per l’individuazione del corpus sono quindi lapresenza di una narrazione non lineare1, il costituire una sfida per lo spettatore e il fornire indicazioni sulleattività cognitive durante la visione, l’appetibilità per il grande pubblico e l’essere stato distribuito tra il1994 e il 2006, periodo particolarmente florido per questo tipo di cinema.I film da noi individuati appartengono ai generi più diversi e vanno dalla commedia al film drammatico, dall’horror alla fantascienza e al noir, anche se evidentemente il thriller sembra quello più indicato asorprendere lo spettatore basato com’è sui colpi di scena e sul mantenimento della tensione e del contattocon lo spettatore. I film sono principalmente statunitensi, anche perché quella statunitense è una delleindustrie più floride del panorama mondiale e soprattutto quella maggiormente capace di penetrare lacultura occidentale. Tuttavia, il discorso di un cinema che senza essere elitario è in grado di mettere in crisile abituali strategie di attribuzione del significato dello spettatore e di renderlo consapevole del proprioguardare è estendibile a livello planetario: gli esempi tratti dalla cinematografia europea nel suo complessosono pari a quelli nordamericani e due esempi provengono dalla cinematografia asiatica, che in generalea tutt’oggi non vanta una grande diffusione nelle nostre sale. Inoltre, anche nel caso di produzionistatunitensi, i registi sono spesso non originari degli Stati Uniti, come il messicano Iñárritu, l’inglese Nolan,lo spagnolo di padre cileno Amenábar e l’indiano Shyamalan, alcuni dei quali hanno raggiunto notorietàcon film di questo tipo nel loro paese d’origine e sono stati successivamente ingaggiati dall’industriahollywoodiana.La caratteristica che ci preme sottolineare di questo tipo di cinema è la maggiore libertà che sembra venireaccordata allo spettatore, quella di conservare aree instabili che consentano il sorgere dei dubbi. Tali film“obbligando lo spettatore a ‘guardare in faccia’ l’ambiguità del vedere. Di ogni vedere: a cominciare daquello del proprio sguardo”2. Uno strumento essenziale attraverso il quale tale effetto viene raggiunto èl’utilizzo dei processi di comprensione come risorse drammatiche. In questo modo il film mette alla proval’attività mentale dello spettatore che deve tornare con la memoria a momenti precedenti del film, rivederele ipotesi che aveva formulato, le inferenze che aveva tratto e le motivazioni che aveva adottato pergiustificare i dati mancanti. In questi film “lo spettatore è spinto a prendere in esame un aspetto che ingenere il film di finzione si limita a stimolare senza renderlo evidente, e cioè l’attività mentale compiutamentre si assiste alla proiezione”, le operazioni che gli hanno permesso la costruzione della fabula el’attribuzione del significato del film. È proprio il “gioco del rovescio” messo in pratica dal film il motivoche ne decreta il successo e l’interesse presso il pubblico3. Film che offrono maggiore resistenza ai tentatividi superare le indeterminatezze e di costruire un significato garantiscono, allo spettatore che abbia lavolontà e la pazienza di accettare la sfida, l’esperienza di visione più appagante.

18 luglio 2011

La spirale finanziaria

La spirale finanziaria che sta stritolando la Grecia e ha fatto assaggiare la sua morsa anche all'Italia, è voluta dai grandi poteri economici internazionali.
Il governo Berlusconi non sta facendo nulla per arginarla e approfitta della situazione per inasprire il divario tra ricchi e poveri in questo Stato. Il governo è debole, cadrà, ma il successivo, sostenuto dalla sinistra, continuerà l'opera di spoliazione del nostro Paese.


15 luglio 2011

Vimerdì - Father

Questo venerdì, per la rubrica Vimerdì vi propongo un video particolare, che ho trovato bello e toccante. Si trratta di un'intervista intima di una ragazza, Blanca Tamarit, al padre e della ripresa di una brevissima recita dell'uomo. Il tutto è ocndito da imbarazzo e spontaneità realizzativa.

14 luglio 2011

Cinema e social network

Cinema e social network uniti in un interessante progetto transmediale che vedrà coinvolta la bella e brava Emmy Rossum, protagonista della serie tv Shameless.

Inside, questo è il nome del progetto, sarà un film a micro episodi, trasmessi sul web, al termine dei quali gli utenti interagiscono con la protagonista, muovendo la narrazione in maniera interattiva.

Il progetto è nato dalla mente del regista D.J. Caruso e del direttore della fotografia di Avatar Mauro Fiore. La storia è quella di una donna che si ritrova intrappolata in una stanza dove c’è solo un pc connesso alla rete. Per capire dove si trova e come uscire userà ovviamente i suoi account Facebook e Twitter e tutto ciò che permette di comunicare tramite internet. Una linea narrativa che si sposa perfettamente con gli intenti cross mediali. Ancora incerta la data di inizio del progetto.

Dalla redazione di Sky Cinema.

13 luglio 2011

Extra - Mangia prega ama

Eccovi l'Extra di Mangia prega ama, film romantico con Julia Roberts.



Una scrittrice in crisi, insoddisfatta del proprio matrimonio e della propria vita, divorzia dal marito e lascia New York per compiere un lungo viaggio alla ricerca di se stessa.

Tratto da un libro autobiografico di grande successo, Mangia prega ama è divenuto un film grazie alla volontà della stessa protagonista Julia Roberts.

Si tratta di una commedia romantica imperniata sulla necessità di superare gli errori fatti e sulla ricerca dell’equilibrio interiore.


Nel suo viaggio la protagonista visita tre terre: Italia, India e Indonesia.

Come suggerisce il titolo del film, ai tre approdi corrispondono tre elementi: cibo, spiritualità e sentimento.

E in ognuna di queste nazioni troverà un uomo a farle da guida. Luca Argentero in Italia, in India Richard Jenkins, nominato all’Oscar per L’ospite Inatteso.

Mentre a Bali la nostra viaggiatrice incontra un dolce brasiliano interpretato da Javier Bardem.

JAVIER BARDEM
Non tutti possono permettersi di viaggiare per il mondo, ma anche se non si abbandona tutto, credo sia importantefermarsi, chiudere gli occhi e capire cosa va cambiato dentro di noi.


Ma è senza dubbio lei la protagonista del film, una delle star più affascinanti e apprezzate di Hollywood, premio Oscar nel ruolo di Erin Brokovich: l’eterna “Pretty Woman” Julia Roberts.

L’abbiamo incontrata e le abbiamo rivolto cinque domande:

A proposito dei tre elementi del film: qual è il tuo rapporto personale con il cibo?

JULIA ROBERTS
Non sono una di quelle ragazze svenevoli che mangia solo insalata. Io mangio tutto.

E con la preghiera?

JULIA ROBERTS
Mi interessa, la comprendo e credo che sia un aspetto importante della vita.

E per finire, con l’amore?

JULIA ROBERTS
In amore si può sempre migliorare. Nel senso che si più sempre accrescere la propria benevolenza e l’interesse per gli altri. Io ho un buon cerchio di amicizie e una bella famiglia e cerco di essere cortese e aperta con chi non conosco.

Qual è la cosa più romantica che tu abbia fatto per un uomo?

JULIA ROBERTS
Avere tre bambini in tre anni?

Da dove viene il tuo splendido sorriso?

JULIA ROBERTS
Dai miei genitori. Dai miei felici, grandiosi genitori. Ricevo molti complimenti per i miei denti, ma in realtà non sono così perfetti.

Diablo alla regia

Diablo Cody ha iniziato come blogger e nel giro di qualche mese si è ritrovata con un Oscar in mano. La Cody, infatti, ha firmato lo script di Juno, con cui ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, e si appresta ad esordire come regista.
Sarà la Mandate Pictures a produrre il film, da lei anche sceneggiato. Il titolo è Lamb of God, e parla di una ragazza che dopo aver perso la fede si trasferisce a Las Vegas per vivere di eccessi.
La Mandate, oltre a produrre Juno, ha anche prodotto Young Adult, altro script della Cody diretto sempre da Jason Reitman.


Dalla redazione di Sky Cinema.

12 luglio 2011

Per Salvatores c'è Malkovich

Gabriele Salvatores porterà sullo schermo “Educazione Siberiana”, il romanzo autobiografico di Nicolai Lilin sulla sua vita come “Criminale Onesto”.
E tra gli interpreti principali ci sarà niente meno che John Malkovich, che vestirà il ruolo del nonno Kuzjia, cioè il maestro del giovane protagonista Kolyma, interpretato da Arnas Fedaravicius.
Il film sarà prodotto da Cattleya, scritto da Rulli e Petraglia e girato in Lituania.

Dalla redazione di Sky Cinema.

11 luglio 2011

Dreamland

E' usito nelle sale questo finesettimana un film talmente brutto che rischia di diventare famosissimo: Dreamland - La terra dei sogni.

Sinossi. Come tanti italiani Giacomo si trova su una nave. Direzione Stati Uniti. Inseguirà il sogno americano insieme al suo Padrino lavorando in un’officina di motociclette. Giacomo si farà chiamare James e assaggia subito con durezza la vita degli esuli italiani. L’America può essere anche più violenta della povera Italia e il ragazzo si ritrova coinvolto nei taglieggi e nelle risse tra gang a Little Italy. James si perde ma incontra Franco, un ex body builder che gli dà la possibilità di redenzione, salire sul ring e combattere per la propria vita.


Assolutamente necessario vedere il trailer per poter giudicare. Tra mitologia sportiva e violenza giovanile, Tra il kitsch e il b-movie. Dreamland, la terra dei sogni si propone addirittura di essere il primo tassello di una trilogia di film. Sebastiano Sandro Ravagnani dirige il protagonista indiscusso della pellicola Ivano de Cristofaro, Diego Calzolari e Franco Columbu, l’ex culturista sardo e unico italiano a vincere per ben due volte il titolo di Mister Olympia. “Incastonato” nel film un filmino amatoriale che riprende lo stesso Columbu con l’amico e compagno di allenamenti Arnold Schwarzenegger. Stride la presenza nel cast di Tony Sperandeo. Un po’ meno quella di Marco Balestri. Polemiche sul finanziamento di 20 mila da parte dell’Apulia Film Commission e 10mila da parte della provincia di Barletta, Andria e Trani per un film che in rete è già diventato un cult.

In questo film-evento almeno una conferma: è semplicemente impossibile prevedere le logiche che guidano la distribuzione cinematografica italiana. Intanto schizzano alle stelle le visualizzazioni del corposo trailer (ben 2’37”).




Dalla redazione di Sky Cinema.

08 luglio 2011

Spigolature

Continuano le disavventure del'ex grande giornalista Michele Serra. Dopo le cantonate sulla democrazia dal basso, ora sbatte gla testa contro gli spigoli della Tav.

E io ancora non capisco cosa sia successo a una persona così intelligente per difendere gli stupidi interessi delle caste.




07 luglio 2011

Extra - The Lost Future

Eccovi l'Extra che ho realizzato per Sky Cinema riguardo il film d'avventura e science fiction The Lost Future.



Come sarebbe il mondo se la civiltà umana terminasse?

Secondo gli autori di The Lost Future tornerebbe l’età della pietra. Gli umani sarebbero divisi in tribù ben distinte si vestirebbero di pelli e vivrebbero in capanne.

Poi ci sarebbero bestie mutanti e ogni tipo di pericoli e la vita sarebbe molto molto avventurosa.

BAUER
La mia fascinazione verso i mondi postapocalittici alla basa del film deriva dal disagio che provo quando l’uomo gioca con ciò che dovrebbe lasciar stare, come il nucleare o le esplosioni di piattaforme petrolifere che non riesce a controllare.

Sean Bean, il Boromir di Il signore degli anelli, è circondato da un cast di giovani talenti.

Uno dei pochi letterati della tribù e il cacciatore più audace compiono un viaggio alla ricerca della cura contro un virus che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa della società.

Con loro anche una donna forte e bella.

WALLIS
Quando ho letto la mia parte mi è subito piaciuta. Non è facile trovare ruoli di ragazze forti che tengono testa agli uomini e siano vere eroine.

CLAFLIN
Dorel sa che Kaleb ha ragione, mentre Savan non lo ascolta nemmeno, è una persona diretta che sa quel che vuole e se lo prende. Savan è Kaleb sono agli antipodi e tra loro ci sono conflitti.

Ma non c’è solo avventura e azione in The Lost Future, perché i tre personaggi danno vita a un intenso triangolo amoroso.

CLAFLIN
Dorel è la Kate Moss della tribù, è la donna che tutti adorano, mentre Savan è l’uomo più attraente, quindi formano una coppia naturale. Il povero Kaleb rimane in disparte a guardarli.


SEVIER
I personaggi sono sempre sotto attacco, perciò noi attori dobbiamo fare in modo che nei pochi attimi in cui c’è interazione siano mostrate le loro emozioni. L’azione e l’eccitazione della storia deve essere sostenuta dal rapporto tra i personaggi.

Il paesaggio sudafricano, la possibilità di recitare scene d’azione in costumi inusuali sono stati un ulteriore incentivo per gli attori che hanno aderito al progetto.

WALLIS
Guardate dietro di me: questa non è computer grafica, questa è la realtà!

TOMLINSON
La mia tribù ha il look dell’età della pietra, con vesti di cuoio e pelli di animale, ma più avanti nel racconto, in un’altra regione, si incontra un’altra tribù vestita di plastica reciclata. Hanno creato abiti molto belli.

E anche dal punto di vista tecnico, il film ha rappresentato una sfida interessante.

SALOMON
L’effetto visito più difficile è stato ricreare New York come potrebbe essere tra cinquecento anni, completamente deteriorata, con terra e grandi alberi per le strade. Avevamo due scelte: girare in città e inserire poi la vegetazione come effetto visivo o girare nei boschi e mettere gli edifici in postproduzione. Abbiamo optato per la seconda via e abbiamo trovato una splendida foresta vicino a Cape Town. La propria immaginazione è l’unico limite con gli effetti visivi.

04 luglio 2011

E guerra sia

Essere contro la violenza, non vuol dire abboccare alla solita favola dei black block e condannare "le piccole frange di manifestanti violenti che screditano decine di migliaia di brave persone". Vuol dire innanzitutto condannare le forze dell'ordine, nelle quali si annidano serpi dal cuore avvelenato da non si sa bene che cosa (o chi), picchiatori di professione che sfogano con brutalità il loro istinto represso sul primo malcapitato.

Da diverse testimonianze risulta che i primi ad imbracciare le armi in Val di Susa siano stati proprio i poliziotti che hanno risposto con gas lacrimogeni e manganelli e calci all'appropinquarsi di parte dei manifestanti alle aree "proibite".


01 luglio 2011

Vimerdì - Bathtub IV



Sembra una ricostruzione in miniatura, ma il video è fatto di reali fotografie. E' la tecnica della fotografia Tilt & Shift, per cui con delle lenti speciali si ottiene una sfocatura che, unita al time lapse, crea questo effetto davvero singolare.

Bathtub IV è una storia coerente realizzata in passo uno senza sonoro che non sia la musica di accompagnamento.


Un cortometraggio molto bello per una nuova edizione della rubrica Vimerdì.

DiCaprio, Eastwood... Beyoncé




Il futuro progetto di Clint Eastwood è molto molto curioso: il remake di E’ nata una stella, il leggendario musical di George Cukor con Judy Garland. Ma ancor più curiosa è l’attrice protagonista: la popstar Beyoncé.
Ma non solo, sarà affiancata da Leonardo DiCaprio.
Dalla redazione di Sky Cinema.

29 giugno 2011

Forze dell' "ordine"

La rabbia incomprensibile delle forze dell'ordine in questa videodescrizione delle tende distrutte e deturpate dopo l'abbandono forzato dei manifestanti NoTav in Val di Susa.


27 giugno 2011

George Jamie Woody e gli altri raghazzi del mucchio

Succose notizie e aggiornamenti di cast dal mondo del cinema.

GEORGE
La notizia della separazione con la Canalis è arrivata assieme a quella che The Ides of March, quarta regia per George Clooney, aprirà la prossima Mostra del Cinema di Venezia. Il film è un thriller politico con Ryan Gosling e Paul Giamatti.
Una notizia che conferma l’ottimo rapporto tra il regista e attore e il festival, che da sempre lo ospita con i suoi nuovi progetti.

JAMIE
Il mondo aveva annunciato Will Smith come protagonista di Django Unchained, prossimo film di Quentin Tarantino.
Ma, forse per fortuna, l’attore ha rinunciato alla parte, e al suo posto ci sarà il talentuoso Jamie Foxx. Con lui un cast d’eccezione: Leonardo DiCaprio, Christoph Waltz, Samuel L. Jackson e Idris Elba.

WOODY
In Bop Decameron, il prossimo film di Woody Allen girato interamente a Roma, si aggiungo al cast Antonio Albanese e Ornella Muti.
Un film che continua ad arricchirsi dei grandi nomi del cinema italiano, insieme a vecchie leve e nuovi talenti del cinema Usa. Nel film ci saranno infatti Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari e Sergio Rubini,Fabio Armiliata, Alessandra Mastronardi, Flavio Parenti e Alessandro Tiberi, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig ed Ellen Page.


Dalla redazione di Sky Cinema


24 giugno 2011

Vimerdì - Spanish Revolution

Per la rubrica Vimerdì, che mancava per piccoli inconvenienti tecnici da tre settimane, voglio proporre questo venerdì un piccolo documentario sulle manifestazioni del movimento spangolo 15M, conosciuto anche come movimento degli "Indignados".

Una sorta di toccante ricapitolazione di quello che è successo finora nelle piazze spagnole e soprattutto a Madrid in una Plaza del Sol invasa di persone, della passione dei protestanti e della loro voglia di un futuro diverso.

23 giugno 2011

Filmbook - Venuto al mondo



Con oggi voglio inaugurare una seconda rubrica, che a differenza della prima, Vimerdì, non sarà settimanale, ma più casuale, e apparirà ogni volta che mi imbatterò in qualcosa che fa al caso della rubrica stessa.

In Filmbook, intendo raccogliere quei passaggi, all'interno di romanzi o altre opere letterarie, che illustrano un'esperienza cinematografica.
Rapporto tra libro e cinema quindi, ma non come trasposizione dall'uno all'altro mezzo, ma semplicemente come collezione di apparizioni di film o di resoconti cinematografici in genere all'interno delle pagine di un libro.Il primo esempio è fornito da un paragrafo di Venuto al mondo, romanzo di Margaret Mazzantini, che recita:
Era lì, scemo, si guardava intorno con il suo becco aperto. la pensilina si era svuotata e lui era ancora lì. Me ne sarei andata, ecco che avrei fatto. Puzzava di treno, o odorava ancora di lui? Restavo per spiarlo. Era un gioco triste, come in uno di quei film d'autore con le stazioni e gli sguardi blu, i protagonisti che si sfiorano e non s'incontrano perché il regista è uno stitico figlio di puttana e solo a quello ha mirato fin dall'inizio, a lasciarti a bocca asciutta, senza i baci dei finali americani.
(Mondadori, 2008, p. 70)
In ogni caso, a me piacciono i film dove i personaggi si sfiorano e non s'incontrano. Penso che la vita sia così.

21 giugno 2011

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni

E' capitato di recente di parlare di "film da festival", di che senso abbia questa frase, se senso ne ha, e mi è venuto in mente l'ultimo film che in un festival mi ha veramente veramente colpito: 4 luni, 3 saptamini si 2 zile, vincitore del festival di Cannes nel 2007.

Ne sono rimasto impressionato. Non esito a chiamarlo capolavoro. E gli elementi che lo rendono tale sono la costruzione perfetta dei personaggi, che magari non sono a tutto tondo, non evolvono molto nel corso del film, ma sono tratteggiati in modo realistico, coerente e preciso.

Il secondo aspetto è costituito da una consapevolezza stilistica impressionante, con inquadrature lunghe (anche qualche paino sequenza) con macchina a mano che però rimane ferma, incollata su un punto della scena e che rifiuta persino di mostrarci uno dei due interlocutori durante i lunghi dialoghi del film per concentrarsi solo su uno di loro o tagliandone fuori diversi nelle scene di gruppo. L'effetto di suspense che ciò crea è straordinario.

Un film amaro e bellissimo, non del tutto originale forse, ma lucido e coerente, senza la minima sbavatura.


Comprendere un film

Per quanto riguarda la comprensione di un fillm, sono davvero convinto che ognuno debba metterci quello che sa. Non di cinema (certo, anche di cinema), ma della vita e di tutto il resto. Penso poi che l'opinione di tutti abbia la stessa importanza.
Vale comunque la pena provare a dare significato a un film anche se lo si trova ostico. Personalmente meno li capisco e più mi intrigano, anche se spesso per quelli più sperimentali, se sono anche lunghi (alla Inland Empire, per capirci), rischio l'assopimento.
Dopo spetta a ogni spettatore fino a che punto condurre la sfida... sempre sapendo che è comunque lui, lo spettatore, a vincere.

20 giugno 2011

Extra Brooklyn's Finest

Eccovi l'Extra che ho realizzato per Sky Cinema sul poliziesco Brooklyn's Finest.




A New York, in un Dipartimento di Polizia nel quale regnano soprusi e corruzione, si sviluppano in parallelo le vicende di tre poliziotti sullo sfondo della lotta alle bande del traffico di droga di Brooklyn.

Sono tre ufficiali pubblici che in modi diversi subiscono la pressione del proprio lavoro.

Sal con tre figli e una moglie incinta e malata ha un disperato bisogno di soldi ed è per questo disposto a disobbedire a ogni precetto morale.

Eddie è un veterano disilluso e segnato dal suo mestiere che annega i dolori nell’alcool e conta i giorni alla pensione.

Tango è un infiltrato schiacciato tra il ricatto dei suoi superiori e il tradimento delle persone con le quali è cresciuto.

Brooklyn’s Finest è un film ad alta tensione, dove lo spessore degli attori fa passare in secondo piano le scene d’azione.

I tre poliziotti sono interpretati da tre pezzi grossi del cinema hollywoodiano. L’eclettico Ethan Hawke, lanciato dal successo di L’attimo fuggente e noto soprattutto per il film romantico Prima dell’alba, il sempre affascinante Richard Gere e un eccezionale Don Cheadle, già nomiato all’Oscar come miglior attore per Hotel Rwanda.

A loro si aggiunge Wesley Snipes, un’icona dei film d’azione soprattutto dopo essere stato protagonista della trilogia Blade.

Brooklyn’s Finest è diretto da Antoine Fuqua, specialista nell’aggiungere spessore umano ai film d’azione e che vanta tra l’altro la regia del colossal King Arthur.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto le seguenti cinque domande.

Sei diventato regista per il tuo amore per i film del passato. Che peso ha avuto il cinema italiano nella tua formazione?

ANTOINE FUQUA

I registi italiani sono stati rivoluzionati, sono stati sperimentatori, avevano una visione chiara, erano politici… spero che questi elementi ci siano anche nei miei film.

Come descriveresti il tuo stile di regia?

AF

Giro nei posti reali con persone reali. Creo il maggior caos possibile in ogni circostanza in modo che sembri il più reale possibile. E poi cerco di controllarla attraverso una coreografia delle azioni. Ma tutto parte da un luogo reale.

Nel caso di Brooklyn’s Finest qual è questo luogo reale?

AF

E’ un posto chiamato Van Dyke Housing Project a Brooklyn, uno dei posti con più violenza in America.

Cosa hai visto lì?

AF

(Oddio) Ci sono cecchini sui tetti e la polizia non ci ha garantito protezione per la nostra visita. Ho incontrato venditori di droga e criminali, ho visto persone riempite di botte e bambini dietro le sbarre, come in prigione.

La presenza di Ethan Hawke fa pensare a una connessione con il tuo film Training Day. E’ una scelta voluta?

AF

In Training Day, è un poliziotto ingenuo, ma nella società di oggi con le sue pressioni economiche diventa un disilluso. Ora ha una famiglia numerosa e non guadagna abbastanza. E’ lo tesso personaggio e l’ho usato come linea che attraversa i due film.