23 giugno 2011

Filmbook - Venuto al mondo



Con oggi voglio inaugurare una seconda rubrica, che a differenza della prima, Vimerdì, non sarà settimanale, ma più casuale, e apparirà ogni volta che mi imbatterò in qualcosa che fa al caso della rubrica stessa.

In Filmbook, intendo raccogliere quei passaggi, all'interno di romanzi o altre opere letterarie, che illustrano un'esperienza cinematografica.
Rapporto tra libro e cinema quindi, ma non come trasposizione dall'uno all'altro mezzo, ma semplicemente come collezione di apparizioni di film o di resoconti cinematografici in genere all'interno delle pagine di un libro.Il primo esempio è fornito da un paragrafo di Venuto al mondo, romanzo di Margaret Mazzantini, che recita:
Era lì, scemo, si guardava intorno con il suo becco aperto. la pensilina si era svuotata e lui era ancora lì. Me ne sarei andata, ecco che avrei fatto. Puzzava di treno, o odorava ancora di lui? Restavo per spiarlo. Era un gioco triste, come in uno di quei film d'autore con le stazioni e gli sguardi blu, i protagonisti che si sfiorano e non s'incontrano perché il regista è uno stitico figlio di puttana e solo a quello ha mirato fin dall'inizio, a lasciarti a bocca asciutta, senza i baci dei finali americani.
(Mondadori, 2008, p. 70)
In ogni caso, a me piacciono i film dove i personaggi si sfiorano e non s'incontrano. Penso che la vita sia così.

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