20 aprile 2010

Il fascino della carneficina

Sei o sette anni fa, in una delle serate del Milano Film Festival, ho assistito alla proiezioni, tra gli altri, di un cortometraggio che illustrava il processo di uccisione e deplumazione delle oche.

Il contenuto del video non era per stomaci troppo sensibili. Eppure la scelta delle immagini che svelavano poco a poco quale fosse l'oggetto del video esercitava un notevole fascino. Le inquadrature erano di una
poeticità assoluta. Ricordo in particolare le prime inquadrature, nelle quali l'ombra arcuata dei ganci vuoti, o con delle oche inflilzate scorreva sulle piastrelle bianche del macello. Ancora non si poteva dire cosa fossero quelle curve armosiose, nere e sfuocate, in quel bianco abbacinante di ceramica. Il movimento lento e ordinato mi ricordava quello della seggiovia sulla neve. E' stato senz'altro il cortometraggio più bello tra i molti che ho avuto modo di vedere quella serata.

Su YouTube ho trovato questo video su come vengono trattati i pulcini in uno stabilimento di galline ovaiole che me l'ha ricordato. Non è minimamente paragonabile a quello visto al Teatro Strehler anni fa per eleganza e cura delle inquadrature, ma certamente più
sconvolgente. Anche vederlo senza commento sonoro fa un grande effetto.

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