Sono stato all'anteprima di Avatar, il nuovo film di James Cameron, quello di Titanic.
Sono entrato scettico nei confronti di questo tanto decantato 3D. Le mie esperienze passate non sono state un gran che soddisfacenti. Avevo l'impressione che fosse più che altro un trucco da Luna Park.
E invece mi sono dovuto ricredere. James Cameron ha fatto le cose davvero in grande. Certo non si sceglie di andare a vedere Avatar per l'importanza della storia, ma l'esperienza sensoriale è decisamente appagante. Il film, nel suo complesso, passa in secondo piano.
All'inizio è strano essere immersi nella scena ma cambiare prospettiva a seconda degli stacchi di montaggio o dei movimenti della macchina da presa, che nel film sono spesso diversi da quelli di un essere umano e innaturali. Ma ci si abitua: la cinepresa è il nostro avatar.
Per il resto, mettete insieme Predator (le fauci degli animali e la foresta lo riportano alla mente) e Pocahontas e il gioco è fatto. Avatar è una moderna fiaba ecologista, dove però, alla fine, vince la guerra.
La storia in una frase racconta la redenzione di un marine che diventa ecologista e capisce l'importanza di salvaguardare madre terra, per poi risolvere i suoi problemi con la forza e la distruzione.
Strano però che in questa modernissima fiaba il futuro, proprio come nei film di David Cronenberg, la tecnologia sia di nuovo sotituita da elementi organici. Le lunghe trecce degli si intrecciano con quelle dei favolosi animali di Pandora e li fanno entrare in simbiosi. La "connessione", che avviene anche con le piante, ricorda gli umbrycords di eXistenZ.
Una cosa non mi convince. Alla fine per interpretare gli abitanti di Pandora sono stati usati attori di colore. Caucasici, tranne la sola eccezione di un asiatico, gli attori "umani". Mi sembra quanto meno una mancanza di tatto.
Tornerò su Avatar domani, spiegando come il film possa essere considerato come metafora cinemtografica. Per ora gustatevi lo speciale di Sky Cinema o guardate il parallelismo tra il film e Pocahontas in questi due trailer remixati.
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