25 maggio 2010

I premi del festival di Cannes

Si è conclusa l'edizione 2010 del Festival di Cannes. La Palma d'oro è andata all’outsider Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul. Battuti veterani della rassegna del calibro di Mike Leigh. Il suo Another Year, strafavorito dalla stampa internazionale esce dalla kermesse praticamente a mani vuote. Brucia ancora di più la sconfitta visto il passato d’oro del regista inglese che con Naked nel 1993 e Segreti e Bugie del 1996 vinse premio come miglior regia e Palma d’oro come miglior film. Altro sconfitto è Alejandro Gonzalez Inarritu che con il suo Biutiful si deve accontentare del premio come miglior attore.

Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives è la storia di un uomo in fin di vita attorno a cui si materializzano i fantasmi della moglie e del figlio scomparso, che torna in veste di scimmione, o nelle figure visionarie di una principessa il cui volto è deturpato e che ha un rapporto sessuale con un pesce. Con il Karma e la reincarnazione l’eclettico film thailandese porta a casa il prestigioso premio.

Sorpresa sì, ma nessun sconcerto da parte degli addetti ai lavori. Quest’anno la presidenza di giuria era nelle mani di Tim Burton, facile quindi fosse premiato un film dal contenuto surreale e visionario.

Il premio come migliore attore è andato a Javier Bardem in ex-aequo col nostro Elio Germano. Sono circolate da subito voci che pronosticavano la vittoria dei due. La conferma delle indiscrezioni non è frutto del caso viste le similitudini dei due personaggi. Entrambi gli attori sono ottimi interpreti di tormentati padri di famiglia in uno scenario suburbano alle prese con un destino avverso e pratiche illlegali.

Altra conferma è arrivata dall’assegnazione del premio come miglior attrice a Juliette Binoche, co-protagonista del nuovo film dell’iracheno Abbas Kiarostami Copia conforme. La madrina della rassegna ha rivolto un pensiero a Panahi (da mesi in carcere a Teheran e attualmente in sciopero della fame) anche durante la cerimonia di chiusura del festival dopo aver già scosso Cannes con il suo pianto durante la conferenza stampa.

Tournée del francese Mathieu Amalric vince il premio per la miglior regia. Il transalpino ha raccontato con delicatezza il mondo dello strip tease e delle donne che per necessità fanno spettacolo del proprio corpo.

Poetry scritto e diretto da Lee Chang-dong, in lizza per un premio come miglior attrice alla protagonista Yun Junghee, si accaparra invece il prestigioso premio per la miglior sceneggiatura. Il Gran Prix va al francese Des hommes et des dieux di Xavier Beauvois

Il premio speciale della giuria è andato a Un homme qui crie del chadiamo Haroun. Dopo 13 anni l'Africa si aggiudica finalmente un premio sulla Croisette. La pellicola racconta il dolore di un padre che invecchiando si sente sorpassato dal figlio e non fa nulla per risparmiargli la guerra in Chad. Preso dai rimorsi, a niente serviranno le sue ricerche per salvarlo: lo ritroverà morto.

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