11 ottobre 2010

Spiegare Inception

Che differenza fa se Inception di Christopher Nolan sia o non sia tutto un sogno? Che differenza fa se nessuno dei frame di cui è composta la pellicola appartenga a un ideale livello zero di realtà diegetica, ma tutto stia a un meno qualcosa. Meno uno (-1), le scene in cui il piano per l'innesto dell'idea in Fisher (Cillian Murphy), meno cinque (-5), le scene in cui Cobb (Leonardo DiCaprio) si libera definitivamente dello spettro (o dell'incubo) della moglie. A livelli come nell'ascensore che si vede nel film e rimanda in qualche modo ai vari strati del subconscio del protagonista.


Ho come la sensazione di avere scritto una tesi di dottorato per interpretare Inception. Alcuni anni fa.
Se Inception sia o non sia tutto un sogno, non cambia assolutamente niente del film. Proprio perché ogni film è come se fosse un sogno: crea un mondo che ha sue regole più o meno coerenti che possono non essere quelle della nostra realtà quotidiana, ma che comunque osserviamo come quelle della nostra realtà quotidiana.
Un film spesso è solo un film, non è come un sogno che la stragrande maggioranza delle volte è concepito come tale solo al risveglio. E tuttavia, lo spettatore entra nel film a volte come in un mondo reale (è ancora la storia della sospensione dell'incredulità di Coleridge) e a quello applica tutte le attitudini e capacità cognitive che applica nella vita quotidiana anche fuori dal cinema.

Solo nel finale il meccanismo di Inception si apre al dubbio e vi sono delle incongruenze: non è mostrato come Cobb si trovi nel mondo di Saito (Ken Watanabe), non è molto chiaro come mai Saito sia invecchiato tanto e Cobb non lo sia (la moltiplicazione esponenziale del tempo mano a mano che si scende di livello nei sogni non basta a giustificare il fatto). Non è chiaro come mai, soprattutto, i personaggi sul pulmino non si sveglino immediatamente al contatto con l'acqua, ma aspettino - per così dire - Cobb per farlo tutti insieme.

Può darsi che tutto il film sia parto della mente di Cobb. Molti dei film complicati degli ultimi anni sono basati sul device di un narratore inaffidabile e sui parti della sua mente alterata e la trottola che vacilla ma non è ancora cascata prima dei titoli di coda lascia astutamente la decisione allo spettatore.

5 commenti:

  1. l'abbiamo visto ieri sera e ci sono venuti esattamente gli stessi dubbi sul finale...
    e te ne lancio un altro: e se invece alla fine l'idea malata (quella che l'unico modo di sfuggire a quella falsa realtà fosse la morte e che all'inizio Cobb innesta a sua moglie) fosse stata innestata in Cobb stesso?!?! Potrebbe essere! Come spiegheresti altrimenti l'ultima inquadratura sul suo totem che gira, senza fermarsi?!!? Esattamente come quando lui aprendo la "cassaforte" della moglie aveva trovato proprio quell'oggetto (tra l'altro, può un totem essere il "segreto" di un altro?!??!) e aveva innestato in lei quell'idea iniziando a far girare simbolicamente la trottola in un moto perpetuo....
    come ti spieghi tu queste cose?!?!
    :-)

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  2. E' vero, Inception è perfettamente irrisolto.

    Il film mi è molto piaciuto, Nolan elabora delle regole semplici, costruisce una tavola da gioco e lascia che Di Caprio giochi contro... Bobby Fischer nientemeno! (BTW, mai sentito parlare della "partita del secolo"? alcuni accenni la richiamano).

    Ma soprattutto è interessante fare un confronto con Memento, cosi simile e cosi diverso! Come detto Inception è irrisolto mentre Memento, al contrario, ha una soluzione limpida ed ottiene il suo effetto attraverso il montaggio. Inception non è un film di montaggio, è un film di sceneggiatura. Alla sceneggiatura sono quasi completamente sacrificati i dialoghi che sono tecnici.
    Un elemento in comune ai due film è il ricordo, specialmente il ricordo fallato. In Memento Guy Pierce ha prima l'idea (inception) e poi si crea una falsa pista (deception); qui succede il contrario, Marion Cotillard si priva del suo totem (d) e poi Di Caprio le innesta un'idea (i).

    Per quanto riguarda le incongruenze del finale, io non le ho percepite come tali, forse mi sono dato delle spiegazioni troppo interpretative, devo rivederlo. Comunque cercare di spiegarle qui è un compito superiore alle mie possibilità :)

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  3. In un film del genere (come in realtà in molti film) tutto può essere. E' questo che frustra la maggior parte degi spettatori: vogliono sapere chi è l'assassino. Nei film di David Lynch è tutto un sogno o la differenza tra sogno e realtà cessa di essere evidente e stringente e quindi tutto vale, non c'è una logica ferrea cui attenersi, tutto vacilla. E lo spettatore è spiazzato, confuso e dopo il film ha l'amaro in bocca.

    Come dico, decidere il 'significato' di questi particolari cambia poco la sostanza del film.
    La trottola nel finale non smette di girare ma si muove scompostamente, il suo movimento non è fluido, ma il film si rifiuta di rispondere alla domanda che tutti ci facciamo sull'ultima inquadratura: la trottola cadrà o non cadrà?

    La trottola è il totem della moglie, vero, ma se la moglie è morta, niente vieta a Cobb di impossessarsene.

    Butto lì un'altra notazione che avrebbe bisogno di un riscontro più attendo: ho letto che Cobb indossi la fede sono nelle scene in cui percepisce la presenza della moglie.

    Molto interessante il discorso di 'inception' e 'deception'. Anche se non parlerei di risolutezza per Memento. Sì, sai chi uccide chi, ma tutto il resto rimane in un equilibrio quantomeno fragile (per tornare alla nostra trottola).

    Il nome di Fisher è un diretto omaggio al campione di scacchi, non conosco però la vicenda della 'partita del secolo'.

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  4. mi inserisco un po' abruptly, per aggiungere che a differenza di un film di Lynch, in cui l'indeterminatezza è totale (ed è quello che, narrativamente, almeno per me, può essere frustrante) - qui ognuna delle (almeno) due possibili conclusioni è perfettamente coerente con il resto del film. Io trovo che il bello sia lì, due finali alternativi e perfettamente compiuti che coesistono, e non c'è modo di capire se si è usciti dal labirinto, se si è risaliti al livello zero.
    Devo dire che questo film - fin negli ultimi dettagli come le illusioni architettoniche alla Escher - mi è sembrato fatto su misura per te.

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  5. D'accordissimo con Silvia, ma anche con Shabofly per aver visto il meccanismo del "narratore inaffidabile". Non riesco a fare degli esempi al momento, ma sembra veramente azzeccato.

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