03 luglio 2013

Festival dei 2 Mondi - Spoleto 55

Si svolgerà a Spoleto all’inizio dell’estate tra il 28 Giugno e il 14 Luglio, la cinquantaseiesima edizione del “Festival dei due mondi”. Nella cittadina umbra si riverserà un pubblico sempre più numeroso e assetato di un’offerta culturale di grande qualità, per applaudire artisti internazionali impegnati in mostre, concerti, opere liriche e teatrali e spettacoli di danza, sempre originali. Il Festival di Spoleto è stato fondato nel 1958 dal compositore Gian Carlo Menotti con il preciso intento di celebrare l’arte in tutte le sue forme e di fondere due culture artistiche, quella americana e quella europea. Il Festival è ora un modello per analoghe manifestazioni internazionali e ha mantenuto un’impostazione classica nel rispetto delle tradizioni. Nell’attesa della prossima edizione del Festival, ecco il racconto di quello che è successo nell'edizione del 2012 nei teatri, edifici storici e piazze di Spoleto. Direttore del Festival, come nelle precedenti quattro edizioni è stato Giorgio Ferrara, regista cinematografico, ma soprattutto di teatro di prosa e di opera lirica. Personaggi illustri di tutte le arti sono stati ospiti del festival. Hanno calcato palchi e suolo pubblico attori come Charlotte Rampling e Michele Riondino, musicisti come Francesco Cafiso, cantanti lirici come Sabrina Dessì e poi registi, direttori d’orchestra, ballerini e performer eccezionali. È il caso del francese Olivier Py, direttore artistico dell′Odéon-Théâtre de l´Europe di Parigi. In uno spettacolo magnetico, il suo personaggio, la Drag Queen Miss Knife, ha cantato con voce potente canzoni da lui scritte. Si tratta di romanze, accompagnate da un piccolo complesso di delicati strumenti, nelle quali trabocca un’amara ironia. Nell’ambito musicale, da segnalare il concerto che ha riunito grandi nomi del jazz italiano in una session travolgente. Il piano di Enrico Pieranunzi, la tromba di Flavio Boltro, il contrabbasso di Rosario Bonaccorso, la batteria di Roberto Gatto e il sax del giovane talento Francesco Cafiso hanno dato nuovo smalto a grandi pezzi di Charlie Parker, Duke Ellington e Miles Davis, tra gli altri. Nella serie di concerti di mezzogiorno, eseguiti come ogni anno dai giovani talenti della Scuola di Musica di Fiesole, spicca quello che ha visto come protagoniste cinque sassofoniste. Il Quartetto Arabesque e la solista Alda Dalle Lucche hanno eseguito musiche di Nyman e Piazzolla. Tra performance musicale e opera si inserisce lo spettacolo dal titolo ‘Novecento Italiano’ nel quale Daniela Dessì, famoso soprano e nota al pubblico internazionale come una delle maggiori interpreti contemporanee del repertorio italiano, propone un recupero del panorama della musica da camera del primo Novecento. Un’opera lirica è stata interamente portata in scena al teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Si tratta de Il giro di vite di Benjamin Britten, tratta dal celebre omonimo racconto di Henry James. Per la regia di Giorgio Ferrara, il festival ha messo in scena un altro capolavoro del Novecento con l’intento di festeggiare il centenario della nascita del suo compositore. Britten è nato infatti nel 1913 in Inghilterra, dove ha visto la luce l’opera stessa di Henry James, che racconta una storia gotica di terrificanti apparizioni, nell’atmosfera sospesa della campagna inglese. La musica è eseguita dall’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Johannes Debus. Già ispiratore della grande opera lirica Lulu di Alban Berg, il capolavoro espressionista di Frank Wedekind è diventato eclettica opera teatrale, grazie al genio di Robert Wilson. In collaborazione con la compagnia del Berliner Ensemble, teatro fondato da Bertolt Brecht, Wilson ha rivisitato il racconto della vita sfortunata di una presunta femme fatale. WILSON Movimenti stilizzati, un trucco spettrale, un canto volutamente sgraziato su tuoni rock e i toni cromatici del bianco-ghiaccio hanno risaltato sulla scena. Il lavoro registico di Robert Wilson integra magistralmente danza, pittura, luce, Design, musica e drammaturgia. Personaggi ambiguamente tragici e tematiche legate alla sessualità, si ritrovano in un’altra pièce presentata al Festival. Si tratta di Beniamino, un monologo di Steve J. Spears portato in scena da Paolo Ferrari. Beniamino Franklin è un ragazzo affetto da balbuzie di cui il professore interpretato da Ferrari si scopre innamorato e per questo verrà perseguitato dalla sua comunità. A Spoleto è andato in scena un teatro alto che riesce anche a essere teatro di denuncia sociale e che si è fatto apertamente politico nel caso di La vertigine del drago di Alessandra Mortelliti, con la supervisione al testo dello scrittore Andrea Camilleri. Nello spettacolo, Michele Riondino è un estremista di destra che viene ferito durante un agguato a un campo Rom e che per salvarsi prende in ostaggio una zingara epilettica. All’impegno teatrale dell’attrice Adriana Asti è andato quest’anno uno dei premi assegnati dalla manifestazione spoletina. La poliedrica artista ha lavorato in passato con grandissimi registi come Visconti, Pasolini, Bertolucci e Buñuel. Riconosciuta come espressione del felice connubio artistico tra Italia e Francia, Adriana Asti ha conseguito il Premio Air France “Cultura oltre i confini”. Il premio sottolinea una delle maggiori caratteristiche del festival sin dal momento della sua concezione, quello dell’internazionalità e della trasversalità delle forme espressive artistiche. A sorpresa è stato inserita nel programma l’esibizione della diva internazionale Charlotte Rampling, affiancata da Polydoros Vogiatzis. Accompagnati dalle note della chitarra di Varvara Gyra, i due attori hanno letto poesie di Marguerite Yourcenar e testi del greco Constantin Cavafy. Ma i palchi del Festival di Spoleto sono stati calcati anche dalle scarpette di ottimi ballerini. Sui grandi successi di Frank Sinatra, le coreografie di Twyla Tharp hanno stravolto la tradizionale concezione anni ´50 del "ballo da sala" e hanno fatto roteare coppie di ballerini del Pacific Northwest Ballet nello spettacolo intitolato ‘Nine Sinatra Songs’. In ‘Marie Antoinette’, il corpo di ballo del Wienerstaatsballett ha inscenato i diversi stati d′animo della regina di Francia, mentre presenze immaginarie la accompagnano verso la morte. Come di consueto, anche la cinquantacinquesima edizione del Festival dei due mondi si è chiusa con un grande concerto finale, tenutosi nella Piazza del Duomo. Tugan Sokhiev ha diretto l’Orchestre National du Capitole de Toulouse nell’esecuzione di musiche di due celebri maestri russi: le Danze Polovesiane di Alexander Borodin e Romeo e Giulietta e la Sinfonia numero 5 di Čajkovskij. L’ouverture della Carmen di Bizet ha salutato il pubblico con un magnifico arrivederci all'anno successivo.

01 luglio 2013

Argo e le balle di Hollywood

E' luglio, epoca di cinema all'aperto ma il film migliore offerto dai cinema della zona è Argo e lo dà un piccolo multisala di qualità che non è ancora entrato in pausa estiva. Come faccio sempre non mi sono informato sul film prima di vederlo, ma so che Argo ha vinto Oscar importanti e ne ho sentito parlare bene e questo mi basta. In più, il film è in lingua originale con i sottotitoli e sebbene non sia un fanatico del sottotitolo in opposizione al doppiaggio, mi permette un ripasso di inglese. La sala non è vuota come me l'aspettavo vista la data.

Fa un po' senso, a chi lo conosce come attore non molto impegnato, andare a vedere un film diretto da Ben Affleck (che ne ha cofirmato con Matt Damon anche la sceneggiatura da Oscar) che è stato pure apprezzato dalla critica!


Il film si apre con un miniripasso della storia iraniana, la cosa mi sorprende piacevolmente, anche se mi chiedo dove il film voglia andare a parare. E invece, contrariamente alle mie aspettative, si tratta proprio di un film in costume ambientato per la maggior parte a Teheran.


Le prime immagini delle proteste di piazza contro l'ingerenza degli Stati Uniti nella politica iraniana montate a ritmo incalzante hanno il look del filmato di repertorio e subito catturano. Tutto il film mantiene una fortissima componente di intrattenimento e il fulcro della vicenda è costituito da una deadline incalzante. Affleck, oltre che regista, è protagonista del film, una sorta di Mr Wolfe, un agente CIA esperto di problemi internazionali, che ha il compito di riportare a casa sei diplomatici americani in pericolo di vita. La suspense è così ben costruita che la mia vicina di poltrona non può fare a meno di incitare ad alta voce i fuggitivi sullo schermo e a più riprese.


Ecco allora che la storia tradisce un po' il mio iniziale entusiasmo, l'Iran rimane un po' sullo sfondo di un film totalmente americano: una storia di successo, con celebrazione di eroi e addirittura trionfo dell'amore nell'ulima inquadratura con Ben Affleck che abbraccia la moglie che non si era mai vista per tutto il film e sullo sfondo una bandiera americana. Sfacciati!



Non sorprende che il film sia piaciuto a Hollywood soprattutto per il fatto che di cinema si parla: la copertura della missione di Affleck è infatti la ricerca di location adatte al film che starebbe producendo. Il subplot hollywoodiano dà la possibilità a John Goodman e Alan Arkin di sfogare una serie di gustose battute metacinematografiche che ritraggono il sobborgo di Los Angeles come fabbrica delle balle e vanno dal non originale confusione tra Karl e Groucho Marx a cose che suonano più o meno: "Sei venuto a Hollywood a fare con l'aria da pezzo grosso, ma in realtà non combinerai nulla? Sei nel posto giusto."

15 febbraio 2013

Il Papa scende dalla croce

Una cosa del genere non succedeva da diversi secoli. Il successore di San Pietro si rifiuta di bere l'amaro calice. E c'è chi veramente crede che sia solamente un fatto personale?

La Chiesa è come una multinazionale che esiste da 2 mila anni e in questo lungo lungo periodo è capitato rarissime volte che il suo per così dire amministratore delegato sia cambiato prima della morte. Vorrà pur dire qualcosa.

 

13 febbraio 2013

12 febbraio 2013

Cirque du Soleil in 3D

Oggi vi presento lo speciale su Cirque du Soleil: Mondi lontani che ho realizzato per Sky Arte HD. Un film in 3D tratto da uno spettacolo del circo più famoso del mondo.


11 febbraio 2013

Poesia ad alta voce

Tornerà presto a Monza il Poetry Slam organizzato da PoesiaPresente e del quale più volte abbiamo trattato in questo blog.

Se volete sapere di più sull'affascinante mondo delle sfide a colpi di versi e rime, guardate questo documentario.
 

08 febbraio 2013

La storia della nostra schiavitù

Viviamo in gabbia e non ce ne accorgiamo neanche, perché è troppo doloroso prendere coscienza della nostra condizione. Eppure è un passo necessario per essere liberi.

Questo video spiega in che tipo di gabbia viviamo e di cosa consta la nostra schiavitù.


07 febbraio 2013

La distruzione dell'Uomo

Gli esseri umani sono come i virus - diceva il cattivo di Matrix - perché sfruttano l'ambiente in cui vivono e, una volta che lo hanno reso inservibile, lo abbandonano per cercarne un altro da sfruttare 
ancora.



Avrei un altro finale da suggerire per questa animazione. Gli umani non sono vendicati dagli alieni, ma al contrario invadono un pianete alieno e iniziano a distruggere anche quello, uccidendo o riducendo in schiavitù le forme di vita che vi si trovano.

06 febbraio 2013

Ustica e le toghe nere

Abbiamo aspettato 33 anni per una prima briciola di verità, tra altri 33 anni forse avremo la seconda. Ma le cose da sapere rimangono ancora troppe e la sete di giustizia non sarà mai spenta.

Ci sono dei criminali tra i nostri governanti, che tradiscono lo Stato di cui sono chiamati ad essere servitori.

05 febbraio 2013

Il neon nella storia dell'arte


L'approfondimento video sulla mostra 'Neon. La materia luminosa dell'arte' che ho realizzato per Sky Arte HD.





Pascale Marthine Tayou - artista
Il muro è il proibito. Il muro è anche la sicurezza, il luogo da attraversare per proteggersi. Attraverso questa linea rossa, voglio rappresentare la divisione tra la ricerca delle certezze dentro la propria casa o fuori dalla propria casa. Ci chiuderemo in camera, ci metteremo a letto con il lenzuolo sulla testa e dormiremo? Allora la sicurezza non è così sicura.
Questa è la grande domanda del nostro tempo: cosa vuol dire essere un terrorista? Il terrorista sono io o è l’altro? La linea rossa è il limite interiore che non posso attraversare. 

Pascale Marthine Tayou è un artista camerunense tra gli oltre cinquanta presenti con le loro opere alla mostra “NEON. La materia luminosa dell’arte”, prima grande mostra internazionale dedicata al Neon in Italia, a cura di David Rosenberg e Bartolomeo Pietromarchi.

Pascale Marthine Tayou - artista
Non sono stato invitato, eh! Sono venuto a fare questo lavoro, ma non so cosa ci faccio qui. Ci sono venuto per caso.

La mostra ospitata dal Museo di Arte Contemporanea di Roma, si è aperta il 21 giugno scorso e sarà ospitata al MACRO fino all’undici Novembre.

Oltre alle ampie sale del museo, le circa settanta opere invadono il viale d’ingresso, il foyer, le passerelle al primo piano.

Durante l’inaugurazione, l’artista giapponese Tsuneko Taniuchi è stata l’artefice di una performance che ha coinvolto un grosso cubo di ghiaccio e dei Vip Cocktail.

David Rosenberg - curatore
Ho deciso di creare questa mostra perché non ho mai visto nessuna grande esposizione dedicata alla storia del neon.

E tutta l’esposizione declina le diverse forme che questa materia luminosa può prendere, una volta che è lavorata fisicamente e intellettualmente dall’artista.

Il carattere monumentale della luce è messo in risalto da questa mostra, che evidenzia tutta la storia pubblicitaria, economica e scientifica, e anche la storia semantica, filosofica, poetica e quella cromatica del neon.

L’Italia è legata al neon, che è stato scelto dagli artisti del cinetismo dell’Arte Ottica e ovviamente dagli artisti dell’Arte Povera, ma soprattutto da Lucio Fontana che è stato il primo artista europeo a realizzare un’opera interamente con il neon, in occasione della Triennale di Milano.

E grazie a Nacciarriti, Favelli e altri come Maurizio Cattelan in Italia il neon è sempre attuale.

Sin dalle origini, l’arte visiva si è sempre confrontata con il valore simbolico e il valore concreto della luce. Fino a quando, esattamente cento anni fa è stato creato in Francia il tubo fluorescente.

Invenzione che coniuga matrice industriale e artigianale, usato dagli artisti con continuità dagli anni ’60 ad oggi, il neon è ormai divenuto una delle materie “nobili” dell’arte.

Pascale Marthine Tayou - artista
Che cos’è l’arte? Non lo so. Questo significa che ho ancora della strada da percorrere. Sto ancora cercando qualcosa. Chi conosce la definizione dell’arte è già arrivato. Io sono ancora a scuola. Io mi faccio ancora quella domanda.

04 febbraio 2013

A che serve pagare le tasse?

Le nostre tasse non servono allo Stato ma finanziano direttamente ricchi privati. Ha senso pagarle ancora?

01 febbraio 2013

Un grande gesto sportivo

Lo sport non è quello che vediamo di solito alla televisione. Lo sport vero è quello che si pratica a livello amatoriale. Lo sport vero è quello senza soldi. E la piccola favola di questo corridore spagnolo che ha fatto il giro del mondo è qui a ricordarcelo.

Ivan Fernandez, specialista della corsa campestre, è assurto alle cronache per non aver approfittato della distrazione del keniota Abel Mutai, che si è fermato a pochi metri dal traguardo, pensando di avere già concluso la gara. Lo spagnolo lo ha invece accompagnato fino alla linea del traguardo, lasciando la vittoria al keniota. I due non si sono scambiati parole, perché nessuno dei due parla la lingua dell'altro, ma una eloquente stretta di mano. Fernandez crede di aver fatto l'unica cosa possibile: lasciare la vittoria al suo legittimo proprietario.
 

31 gennaio 2013

L'ultimo film di Bruno Bozzetto

Si chiama Rapsodeus ed è l'ultima fatica di Bruno Bozzetto, probabilmente il miglior animatore italiano. Ancora una volta il tema è la storia dell'umanità come un susseguirsi insensato di egoismi e guerre. Eppure il bene assoluto è proprio lì, a portata di mano, se solo la mano avesse la pazienza di lasciarsi accarezzare.
 

30 gennaio 2013

Reinverdire un deserto

È qualcosa che ha del miracoloso, eppure in Giordania è tornato a vivere il deserto, grazie alla tecnica della permacultura.
Una piccola mano e la natura, se rispettata profondamente, compie il prodigio.