Festival dei 2 Mondi - Spoleto 55
Si svolgerà a Spoleto all’inizio dell’estate tra il 28 Giugno e il 14 Luglio, la cinquantaseiesima edizione del “Festival dei due mondi”. Nella cittadina umbra si riverserà un pubblico sempre più numeroso e assetato di un’offerta culturale di grande qualità, per applaudire artisti internazionali impegnati in mostre, concerti, opere liriche e teatrali e spettacoli di danza, sempre originali.
Il Festival di Spoleto è stato fondato nel 1958 dal compositore Gian Carlo Menotti con il preciso intento di celebrare l’arte in tutte le sue forme e di fondere due culture artistiche, quella americana e quella europea.
Il Festival è ora un modello per analoghe manifestazioni internazionali e ha mantenuto un’impostazione classica nel rispetto delle tradizioni.
Nell’attesa della prossima edizione del Festival, ecco il racconto di quello che è successo nell'edizione del 2012 nei teatri, edifici storici e piazze di Spoleto.
Direttore del Festival, come nelle precedenti quattro edizioni è stato Giorgio Ferrara, regista cinematografico, ma soprattutto di teatro di prosa e di opera lirica.
Personaggi illustri di tutte le arti sono stati ospiti del festival.
Hanno calcato palchi e suolo pubblico attori come Charlotte Rampling e Michele Riondino, musicisti come Francesco Cafiso, cantanti lirici come Sabrina Dessì e poi registi, direttori d’orchestra, ballerini e performer eccezionali.
È il caso del francese Olivier Py, direttore artistico dell′Odéon-Théâtre de l´Europe di Parigi.
In uno spettacolo magnetico, il suo personaggio, la Drag Queen Miss Knife, ha cantato con voce potente canzoni da lui scritte.
Si tratta di romanze, accompagnate da un piccolo complesso di delicati strumenti, nelle quali trabocca un’amara ironia.
Nell’ambito musicale, da segnalare il concerto che ha riunito grandi nomi del jazz italiano in una session travolgente.
Il piano di Enrico Pieranunzi, la tromba di Flavio Boltro, il contrabbasso di Rosario Bonaccorso, la batteria di Roberto Gatto e il sax del giovane talento Francesco Cafiso hanno dato nuovo smalto a grandi pezzi di Charlie Parker, Duke Ellington e Miles Davis, tra gli altri.
Nella serie di concerti di mezzogiorno, eseguiti come ogni anno dai giovani talenti della Scuola di Musica di Fiesole, spicca quello che ha visto come protagoniste cinque sassofoniste.
Il Quartetto Arabesque e la solista Alda Dalle Lucche hanno eseguito musiche di Nyman e Piazzolla.
Tra performance musicale e opera si inserisce lo spettacolo dal titolo ‘Novecento Italiano’ nel quale Daniela Dessì, famoso soprano e nota al pubblico internazionale come una delle maggiori interpreti contemporanee del repertorio italiano, propone un recupero del panorama della musica da camera del primo Novecento.
Un’opera lirica è stata interamente portata in scena al teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Si tratta de Il giro di vite di Benjamin Britten, tratta dal celebre omonimo racconto di Henry James.
Per la regia di Giorgio Ferrara, il festival ha messo in scena un altro capolavoro del Novecento con l’intento di festeggiare il centenario della nascita del suo compositore. Britten è nato infatti nel 1913 in Inghilterra, dove ha visto la luce l’opera stessa di Henry James, che racconta una storia gotica di terrificanti apparizioni, nell’atmosfera sospesa della campagna inglese.
La musica è eseguita dall’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Johannes Debus.
Già ispiratore della grande opera lirica Lulu di Alban Berg, il capolavoro espressionista di Frank Wedekind è diventato eclettica opera teatrale, grazie al genio di Robert Wilson.
In collaborazione con la compagnia del Berliner Ensemble, teatro fondato da Bertolt Brecht, Wilson ha rivisitato il racconto della vita sfortunata di una presunta femme fatale.
WILSON
Movimenti stilizzati, un trucco spettrale, un canto volutamente sgraziato su tuoni rock e i toni cromatici del bianco-ghiaccio hanno risaltato sulla scena. Il lavoro registico di Robert Wilson integra magistralmente danza, pittura, luce, Design, musica e drammaturgia.
Personaggi ambiguamente tragici e tematiche legate alla sessualità, si ritrovano in un’altra pièce presentata al Festival. Si tratta di Beniamino, un monologo di Steve J. Spears portato in scena da Paolo Ferrari.
Beniamino Franklin è un ragazzo affetto da balbuzie di cui il professore interpretato da Ferrari si scopre innamorato e per questo verrà perseguitato dalla sua comunità.
A Spoleto è andato in scena un teatro alto che riesce anche a essere teatro di denuncia sociale e che si è fatto apertamente politico nel caso di La vertigine del drago di Alessandra Mortelliti, con la supervisione al testo dello scrittore Andrea Camilleri.
Nello spettacolo, Michele Riondino è un estremista di destra che viene ferito durante un agguato a un campo Rom e che per salvarsi prende in ostaggio una zingara epilettica.
All’impegno teatrale dell’attrice Adriana Asti è andato quest’anno uno dei premi assegnati dalla manifestazione spoletina. La poliedrica artista ha lavorato in passato con grandissimi registi come Visconti, Pasolini, Bertolucci e Buñuel.
Riconosciuta come espressione del felice connubio artistico tra Italia e Francia, Adriana Asti ha conseguito il Premio Air France “Cultura oltre i confini”.
Il premio sottolinea una delle maggiori caratteristiche del festival sin dal momento della sua concezione, quello dell’internazionalità e della trasversalità delle forme espressive artistiche.
A sorpresa è stato inserita nel programma l’esibizione della diva internazionale Charlotte Rampling, affiancata da Polydoros Vogiatzis.
Accompagnati dalle note della chitarra di Varvara Gyra, i due attori hanno letto poesie di Marguerite Yourcenar e testi del greco Constantin Cavafy.
Ma i palchi del Festival di Spoleto sono stati calcati anche dalle scarpette di ottimi ballerini.
Sui grandi successi di Frank Sinatra, le coreografie di Twyla Tharp hanno stravolto la tradizionale concezione anni ´50 del "ballo da sala" e hanno fatto roteare coppie di ballerini del Pacific Northwest Ballet nello spettacolo intitolato ‘Nine Sinatra Songs’.
In ‘Marie Antoinette’, il corpo di ballo del Wienerstaatsballett ha inscenato i diversi stati d′animo della regina di Francia, mentre presenze immaginarie la accompagnano verso la morte.
Come di consueto, anche la cinquantacinquesima edizione del Festival dei due mondi si è chiusa con un grande concerto finale, tenutosi nella Piazza del Duomo.
Tugan Sokhiev ha diretto l’Orchestre National du Capitole de Toulouse nell’esecuzione di musiche di due celebri maestri russi: le Danze Polovesiane di Alexander Borodin e Romeo e Giulietta e la Sinfonia numero 5 di Čajkovskij.
L’ouverture della Carmen di Bizet ha salutato il pubblico con un magnifico arrivederci all'anno successivo.
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