Per la rubrica Vimerdì, propongo una scena del coraggioso documentario Blood in the Mobile, un tentativo di aprire uno squarcio di consapevolezza di quanto un'azione così banale per noi occidentali, come quella di comprare un cellulare o un dispositivo elettronico, sia un atto morale scellerato per le ripercussioni che questo ha sulla vita di comunità africane.
In un articolo che vi invito a leggere si scrive che "da oltre quindici anni tutti i cellulari del mondo e tutti i componenti di computer ed accessori elettronici utilizzano coltan e cassiterite come materie prime nelle catene di montaggio. Le multinazionali dell’elettronica, acquistando questi minerali, sono i diretti responsabili del finanziamento delle mafie africane, che forniscono ai guerriglieri le armi necessarie a mantenere l’Africa in un continuo stato di schiavitù e guerra perpetua."
BLOOD IN THE MOBILE from buenobuonogood on Vimeo.
...buttarsi in un cinema con una pietra al collo
analisi, recensioni, visioni, illuminazioni, cinema, film, video, corti, ecologia, politica...
23 gennaio 2015
19 gennaio 2015
Sacro Gra: paesaggio a suoni molesti
Per molti, in parte anche per me, è difficile capire come Sacro GRA di Gianfranco Rosi sia stato capace di vincere un festival importante come quello di Venezia nel 2013. Questo spaccato sul piccolo mondo alla deriva, fuori del cerchio "maggico" di Roma, non ha una grande estetica. E forse è una scelta per racccordarsi (appunto) a ciò che succede all'esterno del Grande Raccordo Anulare che circonda la capitale - cantato in queste esatte parole dall'Antonello Venditti di Corrado Guzzanti.
Il trattamento sonoro, invece, è degno di considerazione. Un altro premio vinto dal film riguarda proprio il miglior sonoro in presa diretta ai Golden Ciak Awards del 2014.
La qualità principale del film mi sembra quella della rappresentazione del suono molesto: il film è una summa, un campionario eccezionale di suoni sgradevoli. A partire dagli insostenibili decibel della sirena dell'ambulanza, protagonista di una delle storie raccontate, all'assordante rombo degli aerei che volano bassi. E poi la musica: quella quasi inascoltabile dei locali, la brutta canzone del travestito e quella delle feste sudamericane, per le quali un dj si preparare nei locali di casa sua.
Le urla amplificate delle larve di una colonia di parassiti delle palme e i becchini che smantellano vecchie bare appena svuotate delle membra umano che contenevano, a feroci colpi di martello. Infine, da non sottovalutare per il loro danno a timpani sensibili, ci sono le sgrammaticature e la storpiatura dell'italiano ad opera di diversi protagonisti.
Per fortuna, non lontano dalle auto che sfrecciano a tutta velocità sul raccordo, ci sono anche campi dove la neve si può posare e riempire tutto di un silenzio ovattato.
Il trattamento sonoro, invece, è degno di considerazione. Un altro premio vinto dal film riguarda proprio il miglior sonoro in presa diretta ai Golden Ciak Awards del 2014.
La qualità principale del film mi sembra quella della rappresentazione del suono molesto: il film è una summa, un campionario eccezionale di suoni sgradevoli. A partire dagli insostenibili decibel della sirena dell'ambulanza, protagonista di una delle storie raccontate, all'assordante rombo degli aerei che volano bassi. E poi la musica: quella quasi inascoltabile dei locali, la brutta canzone del travestito e quella delle feste sudamericane, per le quali un dj si preparare nei locali di casa sua.
Le urla amplificate delle larve di una colonia di parassiti delle palme e i becchini che smantellano vecchie bare appena svuotate delle membra umano che contenevano, a feroci colpi di martello. Infine, da non sottovalutare per il loro danno a timpani sensibili, ci sono le sgrammaticature e la storpiatura dell'italiano ad opera di diversi protagonisti.
Per fortuna, non lontano dalle auto che sfrecciano a tutta velocità sul raccordo, ci sono anche campi dove la neve si può posare e riempire tutto di un silenzio ovattato.
07 gennaio 2015
Italy in a day - Un sabato italiano
Un fan dello User Generated Content come me, non poteva perdersi di nuovo la trasmissione di Italy in a day su Raitre dopo essersi perso l'uscita in sala la trasmissione in prima serata qualche tempo fa. E così ho vinto il sonno del Capodanno e approfittato di trovarmi in vacanza in un casa provvista di TV, al contrario della mia, per godermi lo spettacolo in seconda serata.
Sulla scia del progetto lanciato da Ridley Scott Life in a Day, che aveva chiesto a tutti di riprendere la loro giornata il 24 luglio del 2010 e caricare il girato su YouTube, Italy in a day racconta allo stesso modo un sabato qualunque della vita degli italiani. Il sabato qualunque è in questo caso il 26 ottobre 2013.
La regia è affidata a Gabriele Salvatores, mentre Ridley Scott figura come produttore. Il ruolo di Salvatores immagino sia stato quello di supervisionare un lungo processo di selezione e montaggio delegato in gran parte a collaboratori, visto che la regia vera e propria delle 2200 ore di girato è stata delle decine di migliaia di italiani qualunque che hanno registrato con videocamere o cellulari momenti della loro giornata.
E il montaggio finale mantiene saggiamente i distinti formati dei video di partenza, così che si passa dal 16:9 al video verticale, che lascia ampie fasce nere ai lati dell'immagine, senza soluzione di continuità. Mantenendo l'ordine cronologico degli eventi, dalle 00.00 alla mezzanotte successiva, le sequenze sono accostate per analogia visiva e di senso logico.
Gli attori/autori ci mettono a parte dei loro pensieri e delle loro abitudini e descrivono la loro giornata. C'è l'astronauta nella navicella spaziale che si versa in testa l'acqua e la tiene in equilibrio come fosse gelatina, c'è il ragazzo che si sente come un astronauta perché vive su una nave cargo, c'è il testimone di giustizia che vive incarcerato nella sua propria casa per sentirsi libero dalla mafia, c'è il chirurgo che gira il mondo per salvare vite a bimbi che non potrebbero permettersi un intervento, e c'è soprattutto tante persone normali, la cui vita ci viene mostrata magari per pochi secondi.
Non ci sono scene di grande cinema in Italy in a day, e ce lo si può aspettare, ma alcune riflessioni (in particolare sulle loro paure e sulla loro Italia) sono così semplici e vicine nella loro universalità che hanno spesso commosso una mammoletta come me. Come commenta un ragazzo che vaga nella notte, se ora state piangendo è perché gli esseri umani sono meravigliosi.
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VISIONI E RECENSIONI
05 febbraio 2014
Chi è perfetto?
Ancora sulla moda. La moda che fa male. E se i modelli fossimo noi? Con i nostri piccoli e grandi difetti fisici? Se i manichini fossero esattamente come noi?
Pro Infirmis «Because who is perfect?»
Pro Infirmis «Because who is perfect?»
31 gennaio 2014
Sandgrain: i disastrosi effetti locali della pesca globalizzata
Da ragazzo, Zé ha lasciato il suo villaggio di pescatori a Capo Verde per cercare una vita migliore in Svezia.
Anni dopo, torna al suo villaggio e lo trova trasformato. La spiaggia dove giocava a calcio è sparita. La sua famiglia ora raccoglie sabbia dal fondo dell'oceano per rivenderla come cemento a basso costo, perché la pesca non è più una fonte di cibo sufficiente per la loro tavola.
Sandgrains (Granelli di sabbia) è un documentario sugli effetti locali della pesca globalizzata. La storia porta dall'Africa ai corridoi del Parlamento Europeo, dove si cerca di riformare la fallimentare industria della pesca europea.
Si tratta di un progetto realizzato in crowdfunding, grazie al supporto di persone che non si limitano a vedere un film, ma partecipano al progetto e contribuiscono affinché il progetto prenda forma.
E se il film è bello come il trailer...
Sandgrains Trailer NoSub from Matchbox Media Collective on Vimeo.
Sandgrains (Granelli di sabbia) è un documentario sugli effetti locali della pesca globalizzata. La storia porta dall'Africa ai corridoi del Parlamento Europeo, dove si cerca di riformare la fallimentare industria della pesca europea.
Si tratta di un progetto realizzato in crowdfunding, grazie al supporto di persone che non si limitano a vedere un film, ma partecipano al progetto e contribuiscono affinché il progetto prenda forma.
E se il film è bello come il trailer...
Sandgrains Trailer NoSub from Matchbox Media Collective on Vimeo.
30 gennaio 2014
Nel Bitcoin Center di New York
Difficile capire per un profano come me quali siano davvero le implicazioni dell'uso del Bitcoin e quali siano i reali vantaggi e pericoli della "moneta virtuale". Tutto quello che leggo ha a che fare con instabilità, riciclaccio di denaro, narcotraffico, ostruzionismo governativo...
Secondo Federico Pistono, sta succedendo invece qualcosa di eccitante che ha poco a che vedere con i soldi, ma quasi nessuno se ne sta accorgendo.
Siamo alla soglia di qualcosa di enorme - scrive. Esattamente come internet oggi ha poco a che vedere con quello per cui è nata (usi militari e universitari, mentre quelli commerciali erano vietati), Bitocoin e i protocolli derivati potrebbeo diventare qualcosa di completamente diverso e inaspettato.
Bitcoin cambia la prospettiva su molte questioni che vanno al di là della moneta e che comprendono fiduca, consumo e utilizzo delle risorse, rapporti tra entità differenti, confini nazionali e consenso distribuito.
Secondo Federico Pistono, sta succedendo invece qualcosa di eccitante che ha poco a che vedere con i soldi, ma quasi nessuno se ne sta accorgendo.
Siamo alla soglia di qualcosa di enorme - scrive. Esattamente come internet oggi ha poco a che vedere con quello per cui è nata (usi militari e universitari, mentre quelli commerciali erano vietati), Bitocoin e i protocolli derivati potrebbeo diventare qualcosa di completamente diverso e inaspettato.
Bitcoin cambia la prospettiva su molte questioni che vanno al di là della moneta e che comprendono fiduca, consumo e utilizzo delle risorse, rapporti tra entità differenti, confini nazionali e consenso distribuito.
27 gennaio 2014
Fashion victims: La moda è pericolosa
No, fashion victims non sono donne e uomini che non riescono a fare a meno di comprare un abito a un accessorio che desiderano dal più profondo del loro piccolo cuore non appena lo vedono da qualche parte. Fashion victims siamo tutti noi e il pianeta in cui viviamo.
Quello sotto è un documentario che promette che non avrete più voglia di comprare un vestito dopo averlo visto.
Quello sotto è un documentario che promette che non avrete più voglia di comprare un vestito dopo averlo visto.
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