Sarò antico, ma l'idea del crowdsourcing io fatico a sostenerla. Aziende chiedono di realizzare per loro uno spot, un marchio, un qualcosa che poi loro useranno per la loro campagnia promozionale.
Il vantaggio per l'azienda è enorme: si fa pubblicità tre volte, prima promulgando il bando, poi usufruendo lasciano circolare su siti appositi i prodotti realizzati e infine, scegliendo il prodotto che giudica migliore e sfruttandolo per la campagna pubblicitaria vera e propria. e tutto questo è ottenuto con un costo molto più basso di quello che ci sarebbe voluto costruendo una campagnia da zero.
Di tutti i partecipanti all'iniziativa, di tutti coloro che hanno speso tempo, denaro e idee per realizzare lo spot, il marchio, eccetera, solo alcuni riceveranno qualche centinaio di euro per il loro lavoro. E tutti gli altri?
Anche registi famosi come qualche anno fa Terry Gilliam e ora - è notizia di questi giorni - David Lynch chiedono una mano alla gente comune. Vogliono essere aiutati economicamente a realizzare un film.
Senti, David, facciamo una cosa. Visto che sei uno dei miei registi preferiti, secondo solo a Michelangelo Antonioni, i miei 50 dollari te li do, però poi tu mi dai 10 mila euro per fare un corto come si deve, senza che i soldi ce li debba mettere sempre io (che avendone pochi i corti poi non hanno il look che vorrei che avessero). Che te ne pare, David?
la notizia della richiesta di soldi da parte di David Lynch si è rivelata una bufala, innescata dal fatto che nel mome del progetto Lynch Three Project appare (non saprei se in mala fede o meno) il nome del regista. Fatto che ha tratto in inganno la fonte citata Repubblica.it. Il discorso sul crowdsourcing rimane comunque valido.
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