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01 marzo 2010

Burma Vj, come informare con il cellulare agli Oscar

Quest'oggi vi segnalo le proiezioni di un film interessantissimo, candidato agli Oscar, che parla di come con videocamere amatoriali e cellulari si possa fare informazione.

Il documentario Burma Vj – Reporting from a Closed Country di Anders Østergaard, presentato allo scorso festival di Internazionale a Ferrara e candidato all'Oscar 2010, sarà proiettato nelle prossime settimane in alcune città italiane.

Sinossi

Armati di telecamere amatoriali e videotelefoni cellulari i videoreporter birmani mantengono il flusso di notizie dal loro paese, retto da una dittatura militare e impermeabile ai media stranieri, rischiando torture e carcere. I loro nastri vengono contrabbandati e trasmessi via satellite sul canale Democratic Voice of Burma da un gruppo di attivisti coordinato da Joshua, 27 anni. È grazie a lui che nel settembre 2007 il mondo saprà della rivolta dei monaci buddisti, ispirati dalla dissidente e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. Ma i servizi segreti birmani hanno compreso il potere di quelle immagini e i VJ sono divenuti uno dei loro principali obiettivi.

Le proiezioni
Roma Nuovo Cinema Aquila Sabato 6 marzo, ore 20.30
Bologna Cinema Lumière Mercoledì 10 marzo, ore 22.15
Torino Cinema Massimo Sabato 20 marzo, ore 21.00
Torino Cinema Massimo Domenica 21 marzo, ore 16.30
Udine Cinema Visionario Mercoledì 24 marzo, ore 20.30
Pordenone Cinemazero Giovedì 25 marzo, ore 20.45
Firenze Cinema Auditorium Stensen Giovedì 1 aprile, ore 21.00
Milano Spazio Oberdan Mercoledì 7 aprile, ore 21.15
Rovereto Nuovo Cineforum Martedì 13 aprile, ore 21.00

Per maggiori informazioni:
http://tinyurl.com/yegrw7c
Evento sul Facebook:
http://tinyurl.com/ycr8d5b
Sito ufficiale del film:
www.burmavjmovie.com

26 febbraio 2010

Google condannata. Meglio non sapere?

Nella maggior parte dei Paesi del mondo non sarebbe successo. Ma da noi è diverso.

E' di poche ore fa la notizia che il tribunale di Milano ha condannato a sei mesi tre dirigienti di Google, proprietaria di YouTube, per avere permesso la diffusione di un filmato in cui un ragazzo autistico veniva seviziato da alcuni compagni.

E' ovvio che la sentenza del tribunale va letta nell'ottica del sempre maggiore controllo della libertà della rete da perte delle Istituzioni italiane.

YouTube è stato solo il mezzo che ha portato a conoscenza il fatto e, come si dice nel
blog di Beppe Grillo, la sentenza dimostra che non costituiscono reato le percosse inflitte al ragazzo autistico, ma la violazione della privacy di chi ha commesso la violenza.

Le violenze e le sopraffazioni continuino, ma perché continuino è necessario che i responsabili non possano essere sputtanati. E il discorso si estente a tutti i livelli della società, fino agli imprenditori del malaffare e fino ai politici marci.

15 febbraio 2010