Per il secondo appuntamento con la rubrica Vimerdì in cui ogni venerdì posto un video che mi ha colpito tra quelli visti su Vimeo, vi propongo una breve opera di videoarte di Hans Richter regista e pittore tedesco, realizzato nel 1933.
Il video si intitola Vormittagsspuk (che tradurrei come "manifestazioni supernaturali mattutine") e come riportato nella descrizione è stato realizzato nel 1928 utilizzando sia stop motion che la live action. Come tutti le opere di videoarte non presenta una narrazione coerente, ma i protagonisti sembrano essere dei cappelli magici o posseduti da qualche spirito.
La colonna sonora, composta da Midori Dropout & Casabuia, sostituisce la musica originale distrutta dai Nazisti.
analisi, recensioni, visioni, illuminazioni, cinema, film, video, corti, ecologia, politica...
29 aprile 2011
28 aprile 2011
Come sfondare nel cinema
Volete sfondare nel cinema e nel mondo dello spettacolo italiani? In questo video, da una dei talenti emergenti di YouTube, tutte le regole per diventare una stella.
27 aprile 2011
Extra Agora
Ecco l'Extra del film Agora che ho realizzato per Sky Cinema.
Agorà è un film controverso, che parla di antichità ma senza avere al centro eroi con la spada. La sua protagonista è invece un'insegnante.
Per di più, Agorà parla delle origini del Cristianesimo senza mostrare i cristiani come perseguitati, ma come un gruppo rivoltoso, violento e animato da fanatismo religioso.
AMENABAR
Non è un film contro i Cristiani: è un film che denuncia l’intolleranza e la follia delle persone disposte a uccidere per difendere delle idee. Quello che ho voluto mostrare è che non tutti i Cristiani si siano comportati umanamente come pensiamo. Alcuni hanno commesso gravissimi crimini. Quello che non capisco è come si possa uccidere per Dio. Ed è una cosa che anche loro hanno fatto.
Ciò nonostante, è possibile che sia questo il motivo per cui il film ha dovuto aspettare diversi mesi prima di uscire in Italia, dove peraltro ha registrato incassi sorprendenti. Eppure il film tratta dell'intolleranza religiosa, ma ha nell'astronomia la sua origine, come si evince dal racconto della sua genesi, tortuosa quasi quanto la sua distribuzione.
AMENABAR
Ero su una nave nel mediterraneo e guardavo le stelle e quella notte ho iniziato ad appassionarmi all’astronomia. Ho iniziato a studiare la relatività di Einstein che mi portato a Newton, Keplero, Galileo, Copernico… A un certo punto ho deciso di farne un film, ma ho dovuto per forza concentrarmi su un solo personaggio e mi sono accorto che c’era solo una donna tra tutti questi scienziati e ha vissuto in un’epoca incredibile.
La vicenda è ambientata ad Alessandria d’Egitto nel quarto secolo e racconta di un'eminente astronoma chiamata Ipazia, che decide di non rinnegare la sua scienza di fronte al crescente potere della comunità cristiana.
Una donna libera, portata sullo schermo con intensità dal premio Oscar Rachel Weisz, che antepone l'integrità morale e l'amore per la sapienza anche a quello terreno.
I temi storici e religiosi sono accompagnati da una robusta narrazione in cui emergono sentimenti eroici. Nel film non mancano poi scene forti di guerra e devastazione.
Agorà è opera del talentuoso regista sceneggiatore e compositore spagnolo Alejandro Amenàbar, un cineasta abile nello smarcarsi dal mainstream, e dalla sua stessa precedente produzione, che comprende due thriller di successo Apri gli occhi e The Others e il dramma pluripremiato Mare dentro.
AMENABAR
Ambientare un film nell’Egitto del quarto secolo è stato per me del tutto casuale. Ricordo che quando ho visto la linea di soldati romani ho pensato che non mi sarei mai immaginato di fare un film con costumi romani.
Per questo spiazzante film storico, Alessandria è stata ricostruita in un set a Malta già servito come location per grandiosi film ambientati nell'antichità come il Gladiatore di Ridley Scott e Troy con protagonista Brad Pitt.
Agorà è un film controverso, che parla di antichità ma senza avere al centro eroi con la spada. La sua protagonista è invece un'insegnante.
Per di più, Agorà parla delle origini del Cristianesimo senza mostrare i cristiani come perseguitati, ma come un gruppo rivoltoso, violento e animato da fanatismo religioso.
AMENABAR
Non è un film contro i Cristiani: è un film che denuncia l’intolleranza e la follia delle persone disposte a uccidere per difendere delle idee. Quello che ho voluto mostrare è che non tutti i Cristiani si siano comportati umanamente come pensiamo. Alcuni hanno commesso gravissimi crimini. Quello che non capisco è come si possa uccidere per Dio. Ed è una cosa che anche loro hanno fatto.
Ciò nonostante, è possibile che sia questo il motivo per cui il film ha dovuto aspettare diversi mesi prima di uscire in Italia, dove peraltro ha registrato incassi sorprendenti. Eppure il film tratta dell'intolleranza religiosa, ma ha nell'astronomia la sua origine, come si evince dal racconto della sua genesi, tortuosa quasi quanto la sua distribuzione.
AMENABAR
Ero su una nave nel mediterraneo e guardavo le stelle e quella notte ho iniziato ad appassionarmi all’astronomia. Ho iniziato a studiare la relatività di Einstein che mi portato a Newton, Keplero, Galileo, Copernico… A un certo punto ho deciso di farne un film, ma ho dovuto per forza concentrarmi su un solo personaggio e mi sono accorto che c’era solo una donna tra tutti questi scienziati e ha vissuto in un’epoca incredibile.
La vicenda è ambientata ad Alessandria d’Egitto nel quarto secolo e racconta di un'eminente astronoma chiamata Ipazia, che decide di non rinnegare la sua scienza di fronte al crescente potere della comunità cristiana.
Una donna libera, portata sullo schermo con intensità dal premio Oscar Rachel Weisz, che antepone l'integrità morale e l'amore per la sapienza anche a quello terreno.
I temi storici e religiosi sono accompagnati da una robusta narrazione in cui emergono sentimenti eroici. Nel film non mancano poi scene forti di guerra e devastazione.
Agorà è opera del talentuoso regista sceneggiatore e compositore spagnolo Alejandro Amenàbar, un cineasta abile nello smarcarsi dal mainstream, e dalla sua stessa precedente produzione, che comprende due thriller di successo Apri gli occhi e The Others e il dramma pluripremiato Mare dentro.
AMENABAR
Ambientare un film nell’Egitto del quarto secolo è stato per me del tutto casuale. Ricordo che quando ho visto la linea di soldati romani ho pensato che non mi sarei mai immaginato di fare un film con costumi romani.
Per questo spiazzante film storico, Alessandria è stata ricostruita in un set a Malta già servito come location per grandiosi film ambientati nell'antichità come il Gladiatore di Ridley Scott e Troy con protagonista Brad Pitt.
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22 aprile 2011
Vimerdì - Stop frame motion
Vorrei provare da oggi a postare tutti i venerdì un video sperimentale che mi ha particolarmente colpito tra quelli trovati sulla piattaforma Vimeo. La nuova rubrica si chiamerà Vimerdì.
Questo, di Andrew Corlett, è realizzato con la tecnica dello stop frame motion ed è fatto interamente di foto, senza l'uso si altri effetti.
Questo, di Andrew Corlett, è realizzato con la tecnica dello stop frame motion ed è fatto interamente di foto, senza l'uso si altri effetti.
21 aprile 2011
Addio Dezaki
La notizia è di un opaio di giorni fa. Ci un pilastro dell’animazione giapponese, Osamu Dezaki, regista di numerose e celebri serie animate televisive.
È sua la regia di Lady Oscar e Remì, ma anche di Rocky Joe e di molte serie, come Astro Boy (la prima serie animata televisiva del Giappone) e Kimba il leone bianco, tratte dai fumetti di Osamu Tezuka, con cui ha lavorato alla Mushi Production appena preso il diploma.
In Italia lo ricordiamo soprattutto per Lady Oscar. Entrato alla regia dal 19esimo al 40esimo episodio, riuscì a risollevare enormemente gli ascolti e a rendere la serie un cult, aumentandone la drammaticità e le sfaccettature adulte.
Dopo le serie degli anni Sessanta e Settanta, che lo hanno reso grande, negli anni Ottanta ha insegnato animazione per conto della Fox negli Stati Uniti, mentre negli anni Novanta si è occupato della regia di molti film per la televisione basati su Lupin III, e negli ultimi anni ha lavorato saltuariamente a nuove serie e film d’animazione, ma senza il successo degli esordi.
Dalla redazione di Sky Cinema.
È sua la regia di Lady Oscar e Remì, ma anche di Rocky Joe e di molte serie, come Astro Boy (la prima serie animata televisiva del Giappone) e Kimba il leone bianco, tratte dai fumetti di Osamu Tezuka, con cui ha lavorato alla Mushi Production appena preso il diploma.
In Italia lo ricordiamo soprattutto per Lady Oscar. Entrato alla regia dal 19esimo al 40esimo episodio, riuscì a risollevare enormemente gli ascolti e a rendere la serie un cult, aumentandone la drammaticità e le sfaccettature adulte.
Dopo le serie degli anni Sessanta e Settanta, che lo hanno reso grande, negli anni Ottanta ha insegnato animazione per conto della Fox negli Stati Uniti, mentre negli anni Novanta si è occupato della regia di molti film per la televisione basati su Lupin III, e negli ultimi anni ha lavorato saltuariamente a nuove serie e film d’animazione, ma senza il successo degli esordi.
Dalla redazione di Sky Cinema.
20 aprile 2011
L'altra verità, il nuovo Loach
Esce questo weekend il nuovo film di Ken Loach L'altra verità.
Due amici e un sogno. Viaggiare, conoscere suoni e culture lontanissime, scappare da una plumbea Liverpool. Fergus e Frankie diventano adulti e in un modo o nell’altro sono riusciti a coronare i loro desideri infantili. Fergus fa parte della SAS, le forze armate britanniche, Frankie è un ex paracadutista. Nel loro cassetto c’erano i sorrisi dei bimbi, uno zaino in spalla e la pace di mondi a loro sconosciuti. Ciò che hanno visto sono invece paesaggi spettrali, le bombe e l’orrore della guerra. Fergus decide di partire per l’Iraq, viene assoldato come contractor (soldati mercenari pagati per proteggere i privati sui campi di battaglia) e con sé porta il riluttante amico, convinto che così possano condividere, seppur in parte, il sogno di quando erano bambini.
Il maestro Ken Loach torna ad occuparsi della subdola simbiosi tra guerra e interessi economici. Era il 1996 quando firmava La canzone di Carla (la guerra in Nicaragua e i relativi interessi statunitensi), oggi punta il dito contro la guerra in Iraq, non si arrende al disinteresse del mondo, dei media e delle autorità politiche nei confronti della popolazione e delle persone coinvolte nello scontro bellico.
Dalla redazione di Sky Cinema.
Due amici e un sogno. Viaggiare, conoscere suoni e culture lontanissime, scappare da una plumbea Liverpool. Fergus e Frankie diventano adulti e in un modo o nell’altro sono riusciti a coronare i loro desideri infantili. Fergus fa parte della SAS, le forze armate britanniche, Frankie è un ex paracadutista. Nel loro cassetto c’erano i sorrisi dei bimbi, uno zaino in spalla e la pace di mondi a loro sconosciuti. Ciò che hanno visto sono invece paesaggi spettrali, le bombe e l’orrore della guerra. Fergus decide di partire per l’Iraq, viene assoldato come contractor (soldati mercenari pagati per proteggere i privati sui campi di battaglia) e con sé porta il riluttante amico, convinto che così possano condividere, seppur in parte, il sogno di quando erano bambini.
Il maestro Ken Loach torna ad occuparsi della subdola simbiosi tra guerra e interessi economici. Era il 1996 quando firmava La canzone di Carla (la guerra in Nicaragua e i relativi interessi statunitensi), oggi punta il dito contro la guerra in Iraq, non si arrende al disinteresse del mondo, dei media e delle autorità politiche nei confronti della popolazione e delle persone coinvolte nello scontro bellico.
Dalla redazione di Sky Cinema.
19 aprile 2011
Prima clip del nuovo Sorrentino
La prima clip del nuovo film di Paolo Sorentino This Must Be the Place con Sean Penn nei panni di una rock star. Il film sarà in concorso a Cannes.
18 aprile 2011
Fukushima e il nucleare in Italia
La data del Referendum si avvicina, mancano meno di due mesi, e io intanto vi propongo questa intervista all'esperto di nucleare Pippo Onufrio di Greenpeace.
12 aprile 2011
La grande Pasqua
Questa è la prima (zoppicante?) versione di una clip che ho realizzato per la promozione pasquale della programmazione di Sky Cinema.
10 aprile 2011
Rutger sceglierebbe Nolan
In un’intervista, il mito Rutger Hauer ha detto la sua: se mai dovesse essere fatto un sequel di Blade Runner, l’unico che potrebbe dirigerlo sarebbe Christopher Nolan, anche se in cuor suo preferirebbe che il film resti unico. Ovviamente l’idea di un sequel funzionerebbe solo se Deckard e Rachel fossero davvero dei replicanti. Nolan ha spesso ammesso il suo amore per Blade Runner, che dichiara di aver visto almeno 200 volte, anche se non ha per nulla gradito il fatto che Ridley Scott abbia apertamente ammesso che Deckard e Rachel per lui fossero replicanti, togliendo agli spettatori la possibilità di credere fermamente a una teoria piuttosto che all’altra.
09 aprile 2011
Supereroi a valanga
Il cinema e i supereroi vanno sempre più d’accordo, e le major lottano per avere i diritti di sfruttamento dai grandi editori statunitensi. A fine 2012 scadrà il contratto tra Paramount e Marvel, e la casa delle idee andrà sotto il totale controllo della Disney (che ha acquistato la maggioranza un anno fa), mentre la concorrenza DC Comics sarà per ancora molto tempo in mano a Warner Bros. Proprio a DC e Warner bisogna prestare attenzione: questa estate uscirà Green Lantern, la prossima The Dark Knight Rises, a dicembre 2012 sarà il turno di Superman di Zack Snyder, e nel 2013 invece ne vedremo delle belle. Come per Marvel e Disney il 2013 sarà l’anno dei film sugli squadroni: The Avengers da una parte e Justice League dall’altra. Proprio il presidente Warner ha parlato di quest’ultimo progetto come uno dei più importanti degli ultimi anni. Ancora non si sa niente di più, ma visto che Batman e Christopher Nolan sono le galline dalle uova d’oro della Warner, per questo Justice League c’è chi spera di vedere Christian Bale nei panni dell’uomo pipistrello e Nolan dietro alla macchina da presa. Dalla redazione di Sky Cinema.
08 aprile 2011
Greggio ritorna
Chi non ricorda Il silenzio dei prosciutti, l’esordio alla regia del nostro Ezio Greggio? Il film, tra i più trash e terribili mai realizzati, è diventato proprio per queste sue innate qualità un vero cult, e ancora oggi lo si potrebbe guardare con piacere. Ma Ezio, nel suo periodo americano, che va dal 1994 al 1997, ha girato altri due film, di cui uno, Svitati, con la piena collaborazione di un certo Mel Brooks. E dopo 15 anni è giunta l’ora di tornare al genere che l’ha reso famoso, la parodia dei film hollywoodiani. Proprio lunedì 4 aprile sono infatti iniziate le riprese di Box Office - The movie of The movies 3D, con Gigi Proietti e Enzo Salvi, e scritto da Fausto Brizzi. Dalla redazione di Sky Cinema.
07 aprile 2011
Italian Cannes
Anche se a Cannes speriamo di vedere This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, Terraferma di Emanuele Crialese e magari fuori concorso anche Habemus Papam di Nanni Moretti, il primo titolo italiano sicuro sarà Corpo celeste, di Alice Rohrwacher, sorella della ben più famosa Alba. Il film racconta di una ragazzina, Yle, che torna a vivere a Reggio Calabria con la madre, dope esser cresciuta in Germania, scoprendo la realtà del sud divisa tra moderno e arcaico. Dalla redazione di Sky Cinema.
06 aprile 2011
Cura Smith per Shyamalan
Non ci sono dubbi sul fatto che Will Smith sia una garanzia di successo, e non solo quando recita in un film, ma anche quando lo produce. E questa stessa capacità sta cominciando ad apprenderla anche il suo figlioletto Jaden. Quindi cosa può succedere se due tra i più fortunati e amati attori del momento si uniscono al più sfortunato e maltrattato regista/sceneggiatore degli ultimi anni?
Parliamo di M. Night Shyamalan, il cineasta di origini indiane che da The Village in poi ha portato a casa solo flop, guadagnandosi una pessima reputazione agli occhi del pubblico. Ma il fatto che gli venga data una nuova occasione da due miniere d’oro come gli Smith, non può che renderci felici, visto che nonostante tutto Shyamalan, in ogni suo film, non ha mai nascosto il suo lato visionario e il suo talento.
Il progetto è ancora senza un titolo, e gli unici dettagli sono il genere, la fantascienza, e il fatto che sarà sceneggiato da Shyamalan e Gary Whitta, e prodotto appunto da Will Smith. Dalla redazione di Sky Cinema.
Parliamo di M. Night Shyamalan, il cineasta di origini indiane che da The Village in poi ha portato a casa solo flop, guadagnandosi una pessima reputazione agli occhi del pubblico. Ma il fatto che gli venga data una nuova occasione da due miniere d’oro come gli Smith, non può che renderci felici, visto che nonostante tutto Shyamalan, in ogni suo film, non ha mai nascosto il suo lato visionario e il suo talento.
Il progetto è ancora senza un titolo, e gli unici dettagli sono il genere, la fantascienza, e il fatto che sarà sceneggiato da Shyamalan e Gary Whitta, e prodotto appunto da Will Smith. Dalla redazione di Sky Cinema.
04 aprile 2011
Anche Depp per Scorsese
Hugo Cabret è il prossimo progetto di Martin Scorsese, che si darà al 3D, e nel film ci saranno i giovani ma bravissimi Chloe Moretz e Asa Butterfield, ma anche Sacha Baron Cohen, Ben Kingsley, Jude Law, Ray Winstone e Christopher Lee. Ma la notizia è che in questo fior fiore di cast ci sarà anche spazio per il grande Johnny Depp, che interpreterà un piccolo ruolo, quello di un pittore che aiuta i due giovani protagonisti. Sarà la prima volta che vedremo Depp lavorare per Scorsese. Dalla redazione di Sky Cinema.
01 aprile 2011
Bugiarda bugiarda!
La grande interpretazione di Natalie Portman ne Il cigno nero di Darren Aronofsky è stata sempre promossa, a livello stampa, come una grande prova di sacrificio per gli estenuanti allenamenti di danza dell’attrice, che le avrebbero concesso di recitare l’85% delle scene di danza. Ma alla sua controfigura, la ballerina professionista Sarah Lane, queste dichiarazioni non vanno giù. Secondo la Lane è tutta una menzogna: solo il 5% delle scene a figura intera sono state realizzate dalla Portman, e i produttori l’hanno obbligata a mentire elogiando le performance dell’attrice premio Oscar. Questa la sua dichiarazione: «Volevano creare quest'idea nella mente delle persone che Natalie fosse una sorta di prodigio della danza, e avesse davvero lavorato così duramente da poter diventare una ballerina in un anno e mezzo, essenzialmente per farle vincere l'Oscar... È irrispettoso nei confronti della professione e non soltanto miei. Ho fatto questo lavoro per 22 anni... Puoi diventare un pianista da concerto in un anno e mezzo solo perché sei una star del cinema?» Dalla redazione di Sky Cinema.
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