Altro che nucleare, è sul nostro patrimonio artistico e culturale che bisogna puntare!
Finalmente qualcuno che lo abbia detto a chiare lettere. E questo qualcuno è il regista e sceneggiatore Paolo Virzì.
Ecco le sue parole dall'articolo comparso su ItaliaFutura.it
Il destino della attività creativa è stato da sempre quello di destreggiarsi tra gli umori dei Principi, la benevolenza insidiosa dei Mecenati astuti, l'elemosina interessata del ministro e dell'assessore. Ma mai come in questi anni abbiamo assistito a tanta devastante arroganza contro i nostri artisti, specie i migliori e i più liberi, da parte di figure di primissimo piano del potere politico.
Un dileggio divertito, che ha fatto da colonna sonora al più esplicito e rude progetto di ridimensionamento che la nostra storia ricordi. Pensare che invece la bellezza, lo stile, la cultura, sono il petrolio dell’Italia, la sua più grande ricchezza, oltre che la sua inimitabile identità. E non solo perché viviamo in uno sterminato museo a cielo aperto, che purtroppo abbiamo già colpevolmente ferito. Ma perché è evidente che nel tempo, nonostante divisioni, sciagure, guerre, gli italiani sono stati capaci di tramandarsi questo segreto: han custodito generazione dopo generazione una sapienza sopraffina e geniale per l’espressione artistica, per il senso del bello, per concepire il divertente, il commovente, l’affascinante.
Quel poco o tanto di prestigio di cui godiamo nel mondo lo dobbiamo soprattutto (o forse soltanto) a questa risorsa straordinaria e unica: la nostra cultura, la nostra musica, la nostra architettura, la nostra poesia, il nostro cinema, la nostra narrativa, il nostro teatro, le nostre arti figurative. Ma anche ad un certo modo di cucinare, di mangiare, di bere, di vestirsi, di arredare le case. Noi siamo gli italiani.
Quella patria giovane dal passato travagliato, ammalata di un'arretratezza gravissima che spesso ci sconforta, ma che pure è ancora capace di offrire al mondo esempi miracolosi di eccellenza intellettuale e artistica.
Se per caso c’è in giro qualcuno che voglia occuparsi di un’Italia futura non potrà che ripartire da questa forza misteriosa e inesauribile che ha attraversato i secoli, liberandone finalmente le potenzialità e le energie, e mettendole saggiamente a profitto, per il bene di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento