Lo sentivo dire dal critico di uno dei più popolari quotidiani nazionali che i critici non contano nulla, nessuno li legge e nessuno decide che film andare a vedere in base a un loro articolo. Forse esagerava. Ora leggo questa frase in articolo di Goffredo Fofi sul Festival di Venezia che sta per cominciare e descrive sinteticamente il triste destino della critica:
"I mediatori contano più di tutto, nelle arti odierne, in tutte. Hanno in generale sostituito i critici, che non contano più niente se non si trasformano anch'essi in funzionari di questa o quella squadra o banda riconosciuta, di questa o quell'impresa, di questo o quell'ente."
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